Sms ai parlamentari Pd: "L'Aula non basta più" Domani nuovo assedio

Cade nel vuoto l'invito di Napolitano a svelenire il clima. Domani Pd, Popolo viola e Idv scenderanno in piazza contro la prescrizione breve. Franceschini precetta tutti i parlamentari: "Annullare ogni impegno". E' il caos

Sms ai parlamentari Pd: 
"L'Aula non basta più" 
Domani nuovo assedio

Roma - La risposta dell'opposizione all'invito del presidente della Repubblica al dialogo è la piazza. Dopo una settimana infuocata segnata dalle provocazioni del Popolo viola e dal "vaffa" del ministro La Russa, ne inizia un'altra che si preannuncia altrettanto tesa. Rischiando di esacerbare gli animi, la sinistra ha chiamato a raccolta la piazza per una doppia manifestazione contro le leggi ad personam. I vertici del piddì si affannano a mandare sms a tutti i parlamentari per radunarli in piazza: "Annullare ogni impegno".

Cade nel vuoto il faticoso lavoro per riportare i lavori in parlamento al consueto clima di antagonismo politico fondato sul dialogo e i lavori delle Camere. Cade nel vuoto l'auspicio del Quirinale di un confronto più costruttivo tra maggioranza e opposizione al fine di svelenire il clima e non rischiare la paralisi. Torna ad alzarsi il muro tra i due schieramenti proprio quando il parlamento si appresta a confrontarsi su temi  cruciali per la giustizia. Domani a Montecitorio si voterà, infatto, il conflitto di attribuzione sul Rubygate: salvo sorprese l’esito sembra scontato, anche se i riflettori sono puntati sul tribunale di Milano che il giorno successivo terrà la prima udienza del processo. Non è, poi, escluso che, sempre domani, la maggioranza possa anche chiedere l’inversione dell’ordine del giorno per arrivare già in questa settimana al voto sulla "prescrizione breve". L'ufficio di presidenza della Camera è convocato per esprimersi sul "caso La Russa": i questori formuleranno una proposta per sanzionare la bagarre scoppiata alla Camera mercoledì scorso. La decisione verrà presa alla luce dell’attuale regolamento di Montecitorio sul quale il presidente Fini ha già avviato l’iter per una eventuale modifica.

In un clima teso serve la massima collaborazione. Al Guardasigilli Angelino Alfano che ipotizzava una manifestazione per informare la popolazione, Napolitano ha risposto invitando a svelenire il clima. Ma è l'opposizione a forzare la mano scaldando la piazza contro il governo. Domani sera il Pd ha indetto una manifestazione a piazza del Pantheon, accogliendo le richieste di non manifestare troppo a ridosso delle sedi istituzionali. I vertici del partito mandano sms a tutti i parlamentari. Nessuno esluso: "Obbligo di presenza senza eccezione alcuna". Sia in Aula, sia in piazza. "Martedì 5 aprile ore 15 - si legge nel messaggino - voto su conflitto di attribuzione: Seguono voti su provvedimenti all’ordine del giorno e sul processo breve". La firma è dei due segretari d’aula, Roberto Giachetti e Erminio Quartiani. A rafforzare la perentorietà della precettazione è stato un secondo sms, questa volta del capogruppo, Dario Franceschini: "Annullare ogni impegno e missione".

Non lontano dalla piazza prenotata dai Democratici, manifesta il Popolo viola organizzando una "notte bianca" della democrazia che si snoderà da piazza Montecitorio a piazza Santi Apostoli. A questa iniziativa parteciperanno anche i futuristi di Filippo Rossi, che interverrà dal palco, e l’Italia dei Valori che, con il leader Antonio Di Pietro, minaccia di aspettare la maggioranza in piazza per bersagliarla di monetine. Quindi l'avvertimento: "Siamo alla resa dei conti...". Pier Luigi Bersani non è da meno. Il leader del Pd si accanisce contro Alfano ("ministro impastato di arroganza e servilismo che tradisce il suo mestiere e ha uno stile sartoriale perché adatta sempre i suoi provvedimenti ai voleri del capo") e rilancia la lotta di piazza e l'ostruzionismo parlamentare: "Combatteremo".

La maggioranza assicura che non si farà intimidire dall'oppoisizione, ma i nervi restano a fior di pelle. Il rischio fattivo è che l'occasione per una doverosa e proficua riforma del sistema giudiziario si trasformi da parte del centrosinistra nel tentativo di dare una spallata al governo. Spallata che difficilmente arriverà dal momento che la maggioranza continua arafforzarsi e a "guadagnare" nuovi parlamentari. Ancora una volta il Partito democratico non contribuisce alla spinta riformista rivelandosi il partito della conservazione. "Se dopo diciassette anni - tuona il Pdl Gaetano Quagliariello - l’unica frontiera della sinistra italiana è sperare ancora che l’avanguardia politicizzata della magistratura faccia fuori Berlusconi per via giudiziaria, fossi in Bersani prima di convocare i cittadini in piazza mi preoccuperei di avere qualcosa da dire loro".

Le manifestazioni di domani rischiano di portare il dibattito indietro di una settimana. E l'appello di Napolitano rimane inascoltato. "L’opposizione continua a spargere odio nel dibattito politico", ribatte il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, denunciando "un modo di agire estremamente pericoloso" e ribadendo il diritto del governo di riformare il Paese. Ma, accanto all'opposizione, si schiera anche la magistratura che, per i prossimi cinque giorni, si asterrà dalle udienze e da ogni attività di ufficio per protestare contro la prescrizione breve. Domani l'Anm incontrerà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per denunciare una riforma "punitiva" per i giudici.

"E' un colpo mortale per il funzionamento della giustizia penale in Italia", ha spiegato il sindacato delle toghe puntando il dito contro le leggi "piegate a interessi particolari" in "maniera così esplicita" come "non era mai successo prima".

Toghe da una parte, centrosinistra dall'altra. Si apre così una settimana di scontri per fermare l'attività riformatrice del governo che, però, assicura: "Non ci fermeremo".

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