Era la scorsa estate quando il video di una festa di fidanzamento (finita non proprio benissimo) andò virale sui social. L'allora futuro sposo, Massimo Segre, nome noto dell'alta finanza torinese, piantò la fidanzata davanti a una platea di invitati accusandola di presunti tradimenti. Lei era Cristina Seymandi, un'imprenditrice di successo, fino a quel momento sconosciuta alle cronache rosa. A un anno da quell'episodio, la 48enne annuncia in un'intervista al quotidiano La Stampa di avere in progetto un libro: "ll volume a cui sto lavorando si intitolerà 'Ribelle', parlerò delle mie esperienze di vita e professionali, delle persone che ho incontrato nella mia vita e del mio impegno nel sociale".
"Io e Segre non ci siamo più visti"
Al party di fidanzamento esclusivo erano presenti 150 invitati, tutte personalità in vista della "Torino bene". Come molti ricorderanno, a un certo punto della serata, Segre prese il microfono e andò verso la consolle, lasciando intendere di voler fare una dedica speciale alla compagna. E invece vuotò il sacco sui presunti flirt della donna che, dì lì a breve, sarebbe dovuta diventare sua moglie. Neanche a dirlo, lei rimase di stucco. Da allora i due non si sono né mai più visti né sentiti. "Oramai ognuno ha preso la sua strada, siamo persone civili e io ho un profondo rispetto della privacy altrui. - precisa Seymandi - La vita è fatta di percorsi che possono anche cambiare: a volte insieme, ma non è per sempre, e bisogna accettarlo".
"Mi ha stranito ricevere giudizi da sconosciuti"
Il video della rottura finì sul web, diventando virale sui social. Seymandi rivela di non aver mai riguardato il filmato, precisando però di aver "retto il colpo". "Non potevo lasciarmi andare a stati d'animo di confusione, - dice l'imprenditrice - anche a causa delle responsabilità familiari e professionali". Più difficile è stato invece elaborare le offese ricevute online: "Mi ha stranito ricevere giudizi da chi non mi conosce, - continua la 47enne -ma le critiche definiscono più le persone che le esprimono, piuttosto di chi le riceve".
"Un libro a sostegno delle donne fragili"
Nel corso dell'intervista al quotidiano torinese, Seymandi spiega che l'idea del libro sarebbe nata dopo aver conosciuto alcune persone con esperienze simili alla sua. Alcune avrebbero trovato il coraggio di reagire anche grazie alla sua storia.
Da qui la scelta di destinare parte dei proventi del volume a "progetti in sostegno delle donne in condizione di fragilità". Quanto alla vita privata, l'imprenditrice è abbottonatissima: "D'ora in poi voglio proteggere la privacy. - conclude - Quella degli altri come la mia".
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