"Flurona": cos’è la doppia infezione Covid-influenza

La circolazione della variante Omicron e del virus dell'influenza, in rari casi possono dar origine a un mix: ecco di cosa si tratta e perché non gli esperti dicono di non preoccuparsi

"Flurona": cos’è la doppia infezione Covid-influenza

Dopo tre anni abbiamo finalmente la possibilità di vivere le festività natalizie come non accadeva da prima della pandemia da Covid-19, pur con tutti gli accorgimenti del caso, soprattutto per i fragili. Quest'anno, infatti, l'influenza ha già messo a letto milioni di italiani e il picco si aspetta proprio in queste settimane. Anche se la variante Omicron è quasi alle spalle, nel nostro Paese e in gran parte d'Europa circolano comunque i due virus che, in rari casi, possono infettare contemporaneamente.

Perché si chiama "Flurona"

Dall'inglese flu (influenza) e corona (il coronavirus), gli esperti hanno coniato il termine "Flurona" per indicare la sovrapposizione dei due virus che, lo diciamo subito, nella stragrande maggioranza dei casi portano a un'influenza rinforzata con un po' di febbre in più, tosse e mal di gola. Non deve spaventare l'idea di due infezioni nel nostro organismo anche perché, adesso, i sintomi sono praticamente sovrapponibili ed equivalenti. È chiaro che, nei soggetti deboli e come ogni altra malattia, le coinfezioni possono dare complicanze. Ne parlammo esattamente un anno fa sul Giornale.it quando in Israele fu scoperto il doppio contagio Covid e influenza su una donna in gravidanza la quale è poi guarita senza alcun problema.

Quanti sono i casi

Al momento non c'è una stima precisa del numero di persone che potrebbero aver contratto il doppio virus ma è davvero molto basso: in epoca pre vaccinale si viaggiava intorno al 4% dei casi. "Viceversa, nell'ultimo anno e mezzo, studi simili danno una probabilità tra lo 0,5 e lo 0,7%. Quindi la vaccinazione ci ha aiutato molto ad abbassare il rischio", ha affermato a Repubblica il prof. Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia. Lui ed altri esperti sottolineano comunque come non ci sia la necessità di dover per forza distinguere tra le due malattie se si è in buona salute e non c'è alcuna complicanza del quadro clinico. Discorso diverso se si tratta di bambini o categorie a rischio le quali dovrannno contattare il proprio medico che saprà prescrivere la cura ad hoc.

Quali sono i sintomi

Il doppio contagio, comunque, sarabbe più frequente tra i giovani "forse per una maggiore probabilità di esposizione", agginge Maga. Come detto, nei giovani e nelle persone adulte che non presentano fattori di rischio possono andare incontro soltanto a "uno stato infiammatorio più forte: la febbre può durare di più, accompagnata da forte mal di gola, difficoltà a deglutire, tosse, mal di testa, dolori alle ossa". Nulla di trascendentale e nulla che non faccia la normale influenza che ci fa visita ogni anno nel periodo invernale. Come detto, situazione diversa per i fragili il cui quadro clinico, in quei casi, "è da tenere sotto osservazione": per queste categorie i consigli riguardano la vaccinazione anti-Covid e anti-influenzale per ridurre drasticamente eventuali esiti pericolosi e imprevisti.

Perché è un evento raro

Getta acqua sul fuoco anche il prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano, che a Repubblica ha confermato la rarità dei casi di doppia infezione "perché c'è un effetto di interferenza dei virus che quando entra nei recettori compete con gli altri.

Quindi solitamente ne prevale uno. E poi va detto che la risposta alla prima infezione garantisce una buona difesa immunitaria". Senza una diagnosi certa, quindi, riconoscere di avere il doppio virus è praticamente impossibile.

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