In queste ore sui social e i siti dedicati ai videogiochi si sta consumando la cronaca di una morte annunciata, con molta malinconia generale e generazionale: Gamestop chiude definitivamente in Italia, e è ufficiale il passaggio del 100% delle quote alla società italiana Cidiverte, per cui i negozi Gamestop diventeranno Gamelife. Mi ricorda quando chiuse Blockbuster, perché chi noleggiava più le videocassette? I videogiochi non si comprano più con il supporto fisico, si scaricano direttamente online. Sentite però che cosa buffa: con Gamelife, che continuerà lo stesso a vendere videogiochi, avranno più spazio i classici giochi da tavolo, che non hanno subìto crisi: non tutti i vecchi muoiono prima dei giovani.
Ma tornando ai videogiochi: devo dire che ho iniziato da anni a farlo anche io, di prendere la versione digitale, sebbene mi sia sempre piaciuto avere la confezione con il disco (ho tutti i Call of duty). A mio parere un colpevole c’è, e sono le stesse case di software, lo spiego per i non addetti ai lavori: il disco ha iniziato a servire solo per consentire l’installazione del gioco sull’hard disk, scaricato in ogni caso digitalmente, e fin qui niente di male. Però se cambio disco con un altro gioco che ho già installato, ti costringono ugualmente a rimettere il disco. Diciamo la verità: uno dopo un po’ si rompe le scatole e finisce di comprare le scatole con i dischi, per evitare tutto questo cambia il disco, rimetti il disco (tipo togli la cera metti la cera di Karate Kid).
Soprattutto perché inutile: metti il disco ma il gioco è già nel supporto di memoria fisico della console, cosa me lo fai reinserire a fare? Non potrei comunque rivenderlo senza averlo disintallato (sul disco c’è la licenza).
Quindi anche i fissati come me con il supporto fisico e le edizioni speciali e limitate hanno iniziato a comprare solo la copia digitale. Chi ha ucciso la copia fisica? Stavolta non c’entrano gli utenti ma proprio le software house. La vittima è l’assassino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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