La sociologia come fabbrica delle idee

Morto lo studioso Franco Ferrarotti, che introdusse la disciplina in Italia. Nel segno di Adriano Olivetti

La sociologia come fabbrica delle idee
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La sociologia in Italia era arrivata con lui: nel 1961 fu il primo a ottenere la cattedra di questa disciplina, appena istituita all'Università La Sapienza di Roma. Tempo un anno, e nel 1962 Franco Ferrarotti si era spostato più a Nord, all'ateneo di Trento, dove aveva partecipato alla creazione della facoltà di Sociologia e aveva ottenuto anche la sua seconda cattedra. Ieri, a 98 anni, è morto (a Roma, dove viveva da decenni, anche se era nato a Palazzolo Vercellese, il 7 aprile del 1926), dopo avere osservato e studiato per oltre sessant'anni la società del nostro Paese.

Aveva avuto una formazione d'eccezione. Si era laureato in filosofia a Torino nel 1949, con una tesi dedicata a Thorstein Veblen, un economista e sociologo americano, che poi Cesare Pavese gli chiese di tradurre, per Einaudi. E lavorò a stretto contatto con Adriano Olivetti per dodici anni, fra il 1948 e il 1960: lo definiva «il mio maestro». Qualche anno fa, in una intervista sulle pagine di questo Giornale, ci disse che la sua lezione era sempre attuale: «Bisogna industrializzare senza disumanizzare». In effetti, è sempre attuale... Con Olivetti aveva elaborato un progetto politico e sociale, quello di Comunità, e si era anche candidato, finendo eletto in Parlamento come indipendente, fra il 1959 e il 1963, proprio come rappresentante del Movimento di Comunità. Ferrarotti ha poi raccontato la sua collaborazione con Olivetti e l'esperienza in politica molti anni dopo, in due libri, Un imprenditore di idee. Una testimonianza su Adriano Olivetti e Nelle fumose stanze. La stagione politica di un cane sciolto.

Con Nicola Abbagnano ha fondato i Quaderni di sociologia (era il 1951) che ha diretto fino al '67 e, in quell'anno, ha creato la «sua» rivista, La critica sociologica.

Era ancora Professore emerito alla Sapienza e ha continuato a scrivere e a pubblicare. La sua opera omnia, enorme, migliaia di pagine, è stata raccolta dall'editore Marietti 1820 in sei volumi e pubblicata fra il 2019 e il 2020.

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