Il sogno di Capri incanta Santa Margherita

Prima la festa dei cent'anni poi la svolta-marketing per l'Hotel Regina Elena di Santa Margherita Ligure. Perché da giugno la famiglia Ciana, tre generazioni a gestire in prima persona l'Hotel, ha scelto di affidare le magnifiche sorti e progressive della struttura ad un direttore vero e proprio, Paolo Ferraro, che arriva da Capri, s'innamora di Santa e dell'incanto Regina Elena e accetta la sfida, che il sogno caprese si può esportare. È l'irrisolto «destagionalizzare» che muove l'ex hotel manager dell'Hotel d'Inghilterra in Piazza di Spagna a dare la carica in quel di Santa. «Troppa» quiete nel solita peraltro ottima offerta: Ferraro, 45 anni e un curriculum che non finisce più, prova a cambiare marcia, sistema una paio di cosette pratiche e attiva al Regina Elena quelli che ritiene punti di forza. Vedi spiaggia privata con annesso ristorante, «sottoutilizzato prima - spiega lui - a pieno regime oggi: siamo arrivati a duecento coperti. Pranzo leggero e piatti del giorno in base al pescato perché l'ospite goda appieno di questa continuità col mare». Approccio easy e assolutamente glamour, che l'uovo di Colombo è proprio l'altra prospettiva da cui innovare. Primo passo testare quanto ospiti e residenti si lascino acchiappare dal fuori programma, che Ferraro ha abbozzato introducendo le serate a tema: quella spagnola appena fatta, con paella sangria, frittelle al miele, crostini spagnoli e gazpacho, e a seguire l'indiana e la messicana. Ma la prova generale è per venerdì sera 16 luglio al ristorante «La conchiglia» sulla spiaggia con «Il Braciere del Pescatore», una cucina in fieri con lo chef che preparerà al momento i pesci in attesa sul ghiaccio. Stuzzichini di benvenuto, antipasto, gran misto alla brace del Golfo del Tigullio e sorbetto al limone del Monte di Portofino; il tutto accompagnato dalla Bianchetta del Tigullio di Bisson, al secolo Pierluigi Lugano che del vitigno locale ha fatto un cult e della «spumantizzazione subacquea» a Cala degli Inglesi un'eccezionale trasposizione mediatica del territorio. Ecco l'operazione del neo direttore che spalanca il Regina Elena perché l'osmosi con il bello e il culturale e il buono che segna questo sito diventi volano per una gestione da sbinariare, «rieducando sulla qualità e sulla valorizzazione del territorio - insiste Ferraro - Per questo motivo l'albergo non deve più chiudere fuori stagione. Esiste il congressuale su cui puntare: qui dobbiamo infilarci e spenderci al meglio». Una sfida mica da ridere per un approccio da reimbastire; con un direttore figlio di direttore a Capri, che qui s'è «fatto le ossa» e che Capri vede implodere. Ma ne salva il magico intuito che tiene ben saldo in fondo a quell'infinito elenco di corsi frequentati, tra il manager e il supervisor nei più begli alberghi d'Italia. A caccia di stimoli, «altrimenti non mi diverto più». Un mestiere che è passione in circolo, respirata da bamboccio, approfondita, sudata. Su e giù per le scale, a scrutare gli angoli per trovare la quadratura.

Poi i Ciana che lo vogliono al Regina Elena: bello bellissimo, ma serve la scossa, serve il dialogo, serve la rete perché la magnifica ossessione della destagionalizzazione diventi normalità. Ferraro ci prova acchiappando Santa per la gola e accendendo il fuoco sul mare, al tramonto.

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