L'ufficio è enorme, e semivuoto. Le riunioni avvengono in videoconferenza: c'è chi si collega dal tram e chi da una parete su cui sta arrampicando (anche gli ingegneri amano il rischio). A ogni piano ci sono schermi con mappe di calore e avatar delle persone che si trovano nell'edificio in quel momento (tipo la Mappa del malandrino di Harry Potter, ma hi-tech). Anna Wiener, la dipendente, avrà il coraggio di andare in bagno?
Quando l'hanno assunta, Anna ha ricevuto un bracciale contapassi, perché per l'azienda, una «startup open source», «i lavoratori in forma erano lavoratori felici, e probabilmente più economici da assicurare». Anna è di New York, è laureata in sociologia, ha tentato una carriera nel mondo editoriale e le è andata male, nonostante gli ideali romantici, la cerchia di amici intellettuali e l'amore per l'analogico. Così, Anna Wiener ha «tradito»: prima con una startup che aveva creato una app per ebook; poi si è trasferita dall'altra parte dell'America, nel Golden State, dove a produrre l'oro, oggi, è La valle oscura (Adelphi), come si intitola il suo memoir, (raro) resoconto umoristico e in prima persona delle sue esperienze lavorative in varie società della Silicon Valley.
Il tormento esistenziale attraversa ogni successo e fallimento della ex idealista Anna nel mondo tecnologico e digitale, un regno ad alto tasso di testosterone, dove una donna che non sia un ingegnere o un informatico è un'eccezione. Come conciliare l'attuale lavoro - prima nella startup «editoriale», poi come assistente ai clienti di una compagnia di analisi di big data, infine come supporto tecnico nella «startup open source» - con le vecchie aspirazioni da intellettuale newyorchese? «L'industria tecnologica mi stava rendendo una perfetta consumatrice del mondo che essa stessa stava creando» si autoanalizza. Dietro Internet e dietro la tecnologia c'è sempre qualcuno e, anche quando lavori per lui e con lui, non è detto che non continui a dominarti. Anche se ti muovi per l'ufficio in waveboard e hai spuntini gratis tutto il giorno, e birre sul divano per stimolare la creatività.
Oggi Anna Wiener vive ancora a San Francisco ed è la corrispondente del New Yorker per i temi tecnologici. Dal suo memoir la Universal farà un film, di cui lei è produttore esecutivo (ideali e business, a volte, vanno a nozze felicemente, o almeno così pare agli sposi).
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