Si può sopravvivere a due bombe atomiche ma non al ridicolo. Soprattutto se a consegnarti al sarcasmo è la televisione. É quello che è capitato a Tsutomu Yamaguchi, due volte «hibakusha» (cioè «sopravvissuto alle radiazioni») morto a gennaio dello scorso anno di cancro allo stomaco all'età di 93 anni. Un'infelice battuta sull'unico scampato ufficiale al doppio bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki ha fatto indignare il Giappone, tanto da provocare una protesta ufficiale contro la Bbc e la società di produzione di «Qi», quiz popolarissimo nel Regno Unito.
L'episodio è del 17 dicembre scorso, quando la tv pubblica britannica manda in onda l'ennesima puntata del programma in cui Tsutomu Yamaguchi viene presentato come «l'uomo più sfortunato del mondo». Il conduttore spiega che Yamaguchi, allora giovane ingegnere navale della Mitsubishi Heavy Industries, rimase gravemente ustionato dal primo ordigno atomico quando era a Hiroshima per lavoro, il 6 agosto del 1945, e nuovamente colpito dalla bomba sganciata tre giorni dopo dagli Usa, non appena ritornato a Nagasaki.
Uno degli ospiti in studio chiede come sia stato possibile il rientro a casa in treno. «Malgrado lo sganciamento della bomba, i treni erano ancora operativi, così riuscì a ripartire per Nagasaki dove la bomba cadde di nuovo», replica il conduttore, tra, ed è qui che il Giappone si è indignato, le gustose risate del pubblico e degli ospiti.
Una caduta di stile e una mancanza di sensibilità verso un Paese vittima dell'unico olocausto nucleare della storia dell'umanità e che ha pagato un prezzo di almeno 500.000 vittime. Per questo, l'ambasciata nipponica a Londra ha inviato una lettera il 7 gennaio alla Bbc e alla società di produzione puntando il dito sul carattere «inadeguato e insensibile» nel presentare il dramma di un uomo e di un'intera nazione.
«Dopo aver sperimentato i bombardamenti atomici due volte ed essere sopravvissuto, il mio destino è di parlarne», spiegava Yamaguchi, protagonista di un film-documentario del 2006, «Niju Hibakù» («Irradiazione doppia»), con altri sopravvissuti alle atomiche. «Servirà a tenere viva la testimonianza su quanto accaduto alle giovani generazioni, anche dopo la mia morte».
L'ambasciata giapponese, riferisce l'agenzia Kyodo, ha oggi ricevuto la lettera di scuse del produttore tv: «Non c'era volontà di offendere» spiegano riconoscendo «di aver sottovalutato la sensibilità dei telespettatori giapponesi».
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