Sora festeggia Anna Tatangelo, cittadina «doc»

Igor Traboni

Non le danno ancora le chiavi della città di Sora, forse perché ha solamente diciannove anni, ma è fuori di dubbio che Anna Tatangelo sia attualmente la sorana più famosa, probabilmente più dello stesso Vittorio De Sica, che in questo angolo di Ciociaria nacque. Merito del popolarissimo palco della «città dei fiori», merito della sua grinta e della sua splendida voce.
Reduce da un trionfale festival di Sanremo, seconda assoluta alle spalle di Povia e trionfatrice nella categoria «donne» dove ha surclassato la ben più accreditata Dolcenera, la giovanissima cantante è tornata per poche ore nella sua città natale, ma è già di nuovo sulla rampa di lancio, stavolta internazionale.
Il suo quartier generale, per ovvi motivi logistici, lo ha stabilito nella capitale, ma è sempre a Sora che batte il suo cuore, anche se ogni volta che rincasa deve comunque aspettare che mamma e papà tornino dal mercato rionale, dove ogni giorno sistemano il banchetto per vendere le tradizionali ciambelle ciociare (acqua, farina e lievito) che i Tatangelo tutte le notti producono nel forno di famiglia.
«Sono in partenza per la Francia e poi per il Sudamerica, dove andrò a promuovere il mio compact disc in lingua spagnola – racconta Anna – ma un salto qui a Sora non potevo non farlo, per rivedere i miei amici di sempre, quelli della scuola e quelli del gruppo con cui ho iniziato a cantare. E poi per stare con i genitori e i miei fratellini, siamo molto legati...».
Dante Tatangelo, papà di Anna, aggiunge: «La nostra è stata sempre una famiglia molto unita, ma adesso che Anna comincia a raccogliere i frutti di tanti sacrifici, siamo ancora più felici».
Sacrifici che papà Dante ben ricorda, da quando accompagnava la sua piccola, già a nove anni, a cantare nelle feste di paese, e poi subito a casa, poche ore di sonno e di nuovo al forno, a preparare pane e ciambelle.
«Ricordo quelle bellissime feste di paese – aggiunge Anna – il calore della gente. Sono le stesse bellissime sensazioni che ho provato a salire di nuovo sul palco dell’Ariston a Sanremo».
Anna è rimasta la ragazza di sempre, semplice e genuina, anche se la canzone del festival è tutta un programma, con quel titolo rivelatorio: «Essere una donna». Una canzone apprezzatissima dal pubblico del televoto, ma un po’ criticata dagli addetti ai lavori.
«E invece io – sottolinea la Tatangelo – la difenderò sempre a denti stretti. Il testo è di Mogol, e per me è un onore cantarla.

La musica è di Gigi D’Alessio, un mio grande amico». E a proposito di Gigi, con cui Anna ha già duettato in un paio di dischi, anche lui oramai ha messo radici in Ciociaria, con uno studio di registrazione impiantato nel paese di Acuto, a due passi da Fiuggi.

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