La Spagna si mette in ghingheri. Da Señorio (anche senza paella)

La cucina spagnola è forse la più affine a quella italiana eppure (o forse proprio per questo) non è così diffusa nelle nostre città, Milano compresa. Fa eccezione Señorio, un luogo elegante che non rinuncia ai link culturali iberici (in bella mostra c'è il «traje de lujes», la divisa di un celebre torero) ma li ambienta in un contesto elegante e colto, evitando così l'oleografia. E che qui si faccia sul serio e non si scrivano sciatte cartoline lo dimostra il fatto che qualche tempo fa il locale è diventato un «Restaurante Autentico Español», il marchio con cui il governo di Madrid riconosce le migliori tavole nazionali all'estero.

Señorio si trova al 13 di via Bramante, in piena Chinatown, ed è un posto elegante, con muri di mattoni a vista, un'illuminazione complice e tante bottiglie di vino a vista. La carta dà quello che ci si aspetta, ma ogni piatto è interpretato secondo i codici dell'alta cucina. Io sono partito con alcune gustosissime fette di Jamòn puro 60 mesi Fissan de Guijuelo, con del Pan tumaca, versione catalana del Pan tomate, quindi Croquetas caseras de jamòn. Poi del Pulpo asado, notevole, e del Cordero del Lechal Aragon, un agnellino da latte speziato e con una riduzione di vino rosso. In carta anche una Papada ibèrica pura, un Flor de alcachofa, un carciofo fresco a doppia cottura con un lingotto di foie alla piastra e un Solomillo de rubia vieja gallega. In carta ci sono anche diverse versione della Paella ((del mariscos, del pulpo y alcachofas, de bogavante, de presa, vegetariana) che io però non ho assaggiato perché la paella non è per single. Mi sono racconsolato con una buona Tarta de Queso al horno.

C'è anche un menu degustazione che per 75 euro disegna un percorso completo e soddisfazione. Carta dei vini totalmente spagnola, con grande assortimento di etichette dalla Rioja, dal Penedès, da Rìas Baixas, da Rueda. Aperto dal lunedì al venerdì solo la sera, il sabato e la domenica anche a pranzo.