Ai «Margini del bianco» per scoprire la nostra anima

Emanuele Beluffi

«Ai margini del bianco»: questo il titolo della personale di Antonio Pedretti a Palazzo Ducale di Genova, che inaugura oggi alle 18 e resterà aperta fino al 23 settembre. Curata da Angelo Crespi in collaborazione con la galleria MAG di Como e la Società Promotrice delle Belle Arti della Liguria, la mostra denota un atteggiamento che ognuno di noi sperimenta quando mette fra parentesi le distrazioni grandemente effimere della vita attiva di città e si approssima a quei paesaggi che dalle periferie sfumano nelle metropoli oppure dominano quell'«altro mondo» che è il bosco. Le 20 opere inedite di Pedretti, quasi tutte di grande formato, esposte nella Sala Liguria di Palazzo Ducale, non sono tanto un tributo alla pittura en plein air, quanto a quella en plein âme, dentro l'anima. L'approssimarsi ai margini del bianco è lo stesso cammino che noi comuni mortali intraprendiamo verso la verità: non ci arriveremo mai, ma ogni volta ci avviciniamo.

Siamo lì, tesi  a «quell'inesprimibile porzione di natura e di sé che muta col mutare della luce e delle stagioni» nello sforzo di cogliere quella «vischiosa prima materia» (citando le parole di Crespi), che, come la verità, si nasconde ma non troppo.

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