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Amadeus? Alter ego di Conte: minaccia le dimissioni poi ci ripensa

Tanto tuonò... Che non piovve. Sanremo senza pubblico? Prima Amadeus minaccia le dimissioni poi capisce la brutta parata e le ritira

Amadeus? Alter ego di Conte: minaccia le dimissioni poi ci ripensa
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Sanremo sì, Sanremo no, Sanremo boh. Il Festival del 2020 è stato l'ultimo grande evento dell'anno della pandemia. Spenti i riflettori sul teatro Ariston, abbiamo avuto giusto il tempo di scherzare ancora un po' su Bugo e Morgan, di incensare Amadeus per gli ascolti e Achille Lauro per il suo trasformismo, e dopo poco più di due settimane siamo caduti nell'incubo dal quale ancora ci dobbiamo svegliare. Il pensiero dei 5 giorni della 70esima edizione del Festival di Sanremo ci ha accompagnati durante il lockdown con un ricordo che si è fatto via via più rarefatto ma il cui retrogusto leggero è rimasto cristallizzato come l'ultimo momento felice del 2020.

Amadeus è stato quasi elevato a salvatore della Patria prima che il coronavirus piombasse nella quotidianità ed è forse per quel ricordo al quale in molti si sono appigliati che fin da maggio è stato invocato l'Amadeus bis a Sanremo, d'altronde il Conte bis era ancora di moda. Come tutte le prime donne, anche lui ha fatto un po' di scena, dicendo che non sarebbe tornato su quel palco, per poi (cvd) accettare. Ad Amadeus probabilmente è piaciuto essere rincorso e osannato. Si è calato talmente nella parte da venirgli naturale anche fare i capricci, come ha dimostrato negli ultimi giorni.

I capricci di Amadeus sono degni delle migliori leggende metropolitane che circolano sulle inarrivabili icone del calibro di Madonna e Naomi Campbell, che per altro sarà al Festival, nonostante il direttore artistico avesse annunciato un'edizione tricolore. La tensione sul festival di Sanremo è alta da ormai molte settimane. Il nodo principale è il pubblico. Tramontata l'ipotesi (suggestiva ma surreale) della nave da crociera, si pensava di portare in studio solamente figuranti ma il dpcm di Roberto Speranza è chiaro: i teatri non possono avere pubblico in sala. Perché il teatro Ariston può aprire e gli altri teatri no? Il sentimento del Paese è orientato in questa direzione ma l'idea di un Festival a porte chiuse non è nemmeno lontanamente contemplata da Amadeus e rinviarlo non conviene alla Rai. Stallo.

Il festival di Sanremo va in onda dal teatro Ariston ma per Amadeus e chi per lui organizza fisicamente la kermesse, per quei giorni il teatro va considerato come uno studio televisivo. Ecco il cavillo a cui appigliarsi per il trucco furbetto dei figuranti: visto che il dpcm specifica che negli studi televisivi, pur con le dovute cautele, il pubblico può entrare, ecco che il teatro Ariston per il Festival è uno studio televisivo. Intuita la tattica tutta italiana del "fatta la legge, trovato l'inganno", Dario Franceschini è intervenuto spiegando che no, al teatro Ariston non ci può essere nessuno in platea, né pubblico nè figuranti. Delirio. Amadeus, come nelle migliori scene madri di una commedia all'italiana vuole lasciare. Forse geloso delle attenzioni riservate a Giuseppe Conte per le sue dimissioni, anche lui ha deciso di minacciarle. Ma senza darle, of course.

Il circo di Sanremo è ufficialmente partito con un drama isterico da parte del conduttore e direttore artistico, rimbrottato anche dai membri interni alla Rai che non hanno gradito il suo sbrocco proprio durante un Consiglio di amministrazione. La prima donna in cerca di attenzioni ha ottenuto i riflettori su di sé, anche se non è riuscito a oscurare il divo di Palazzo Chigi. Ha sbraitato, minacciato di rimettere l'incarico se il pubblico non ci sarebbe stato e ha sollevato un polverone. Ma nel momento in cui ha probabilmente capito che quanto minacciato avrebbero potuto esigerlo, visto che il Cts e la stessa Rai hanno espresso perplessità sul pubblico in sala, ecco la retromarcia: "Ha scelto di proseguire il lavoro sul Festival e di rimettersi alle decisioni del Cts e della Rai".

Strano che in un momento di pandemia, con ancora oltre 500 morti al giorno e più di diecimila contagi quotidiani, la Rai non abbia ceduto ai capricci del conduttore rimettendo la decisione nelle mani del Comitato tecnico scientifico. Una scelta davvero incomprensibile, eh Ama? Tuttavia, visto il clamore mediatico sollevato, in tanti avrebbero gradito che fosse coerente e desse seguito alle sue minacce. Sergio Mattarella avrebbe sicuramente trovato il tempo di effettuare le consultazioni anche per Sanremo, trovando un'alternativa di unità nazionale per il Festival.

A tal proposito sarebbe stato perfetto il monumentale Pippo Baudo, anche se è probabile che si sarebbe proposto anche Mimmo Arcuri nel tempo libero che gli rimane. Ama ha perso l'occasione di guardare Sanremo dal divano di casa e dare i voti ai cantanti insieme a noi. Magari in compagnia di Conte, Renzi e Casalino.

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