Chi cerca trova, anzi no. La notizia (e chissà che ne dirà Dan Brown) è questa: la presunta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci che si supponeva fosse nascosta sotto un dipinto del Vasari nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio non c'è. Meglio: non è mai esistita. La conferma è arrivata ieri, direttamente dalla Galleria degli Uffizi, dove sono stati presentati gli atti di un convegno che ha posto fine a ogni congettura da romanzo: nelle seicento pagine de La Sala Grande di Palazzo Vecchio e la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Dalla configurazione architettonica all'apparato decorativo pubblicato da Olschki a cura di Roberta Barsanti, Ganluca Belli, Emanuela Ferretti e Cecilia Frosinini, si dimostra che la celebre battaglia leonardesca quella che ispirò anche Inferno di Brown di fatto non è mai stata dipinta. La vicenda è nota: da tempo si discute se sotto gli affreschi vasariani, in particolare sotto la Battaglia di Scannagallo, fosse celato un capolavoro del da Vinci. La scritta «Chi cerca trova», dipinta su uno stendardo dell'affresco, suggeriva l'appiglio perfetto alla congettura: come non rimanerne sedotti? Che cosa c'era da scoprire sotto l'opera? Persino l'allora sindaco Matteo Renzi aveva perorato la causa del capolavoro nascosto e avviato esplorazioni con microsonde sul lavoro del Vasari. La storia dell'arte, che pur si nutre di intuizioni, è scienza rigorosa e ama procedere per gradi e così adesso, solo dopo aver minuziosamente analizzato i documenti («Uno degli insegnamenti più preziosi che possiamo trarre dal grande lavoro svolto è questo fortissimo richiamo al rigore della metodologia scientifica» ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt) sulle trasformazioni subìte da Palazzo Vecchio, gli esperti affermano che è tecnicamente impossibile la sopravvivenza di qualche minima traccia del capolavoro di Leonardo. Di più: il gruppo di studiosi arriva a concludere che Leonardo non abbia mai nemmeno dipinto la battaglia sul muro del salone dove così a lungo è stata cercata. Fonti storiche infatti citano sì i suoi cartoni preparatori, ma nulla dicono dell'affresco in sé: possibile? E siccome sappiamo bene che il da Vinci fu anche un genio inconstante, è lecito pensare che abbia abbandonato l'impresa ancor prima di iniziarla, probabilmente perché i materiali a lui forniti per i cartoni preparatori non erano adatti.
E dunque la celebre frase sullo stendardo, citata anche da Dan Brown, che cosa significa? Il «Chi cerca trova» vergato nell'affresco del Vasari che celebra la vittoria di Cosimo de Medici in Val
di Chiana è solo una pungente presa in giro dell'artista (ma il «suggeritore» è lo stesso Cosimo) nei confronti degli avversari, fuoriusciti da Firenze per cercare la libertà, e ora di nuovo assoggettati al potere mediceo.
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