Caligari in corsa per l'Oscar a Venezia era fuori concorso

Scelto "Non essere cattivo" per la possibile nomination a Hollywood Film difficile e oscuro che il regista ha finito poco prima della morte

Caligari in corsa per l'Oscar a Venezia era fuori concorso

Era il film che nessuno voleva fare. Ora rappresenta il nostro paese per la corsa agli Oscar per il miglior film in lingua non inglese. È tutta particolare la storia di Non essere cattivo , l'ultim o film del regista Claudio Caligari morto lo scorso maggio, poco dopo la fine delle riprese. Se non fosse stato per la caparbietà dell'attore Valerio Mastandrea che, un anno fa, insieme ai giovani produttori di Kimera Film, ha preso a cuore l'idea di riportare al cinema uno dei registi meno prolifici (solo due film, Amore tossico e L'odore della notte ) ma più incisivi degli ultimi anni, iniziando a smuovere le acque con iniziative di marketing all'amatriciana ma d'effetto, come la lettera d'aiuto a Martin Scorsese, il film non sarebbe mai stato realizzato. Poi, grazie a una serie di produttori eterogenei, oltre all'istituzionale Rai Cinema, Pietro Valsecchi con Taodue, Leone Film Group e Bnl, fino al contributo economico della Direzione Generale per il Cinema, è avvenuto il miracolo. E magari ora Alberto Barbera si morderà un po' le mani per aver scelto di mettere fuori concorso, alla recente Mostra del cinema di Venezia da lui diretta, la storia di Non essere cattivo con l'amicizia, bella e malinconica, tra Vittorio (Alessandro Borghi) e Cesare (Luca Marinelli) sullo sfondo di Ostia della fine degli anni '90 sempre segnata dalla droga. D'altra parte però, dei nove film italiani iscritti per partecipare alla selezione per gli Oscar, ben quattro sono passati per il concorso veneziano: Il giovane favoloso di Mario Martone (lo scorso anno), L'attesa di Piero Messina, Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino, Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio. Alla fine la commissione, chiamata dall' «Academy of Motion Picture Arts and Sciences» a indicare il film italiano per l'Oscar, riunitasi ieri presso l'Anica e composta da Natalia Aspesi, Nicola Borrelli, Gianni Canova, Tilde Corsi, Daniele Luchetti, Olivia Musini, Andrea Occhipinti, Nicola Piovani, Stefano Rulli, ha scartato anche Latin Lover di Cristina Comencini, Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto, Vergine Giurata di Laura Bispuri e, al termine di una lunghissima seduta di votazioni, Mia Madre di Nanni Moretti che per un solo voto ha dovuto cedere il passo a Non essere cattivo di Caligari.

Valerio Mastandrea, nonostante le tante porte sbattute in faccia, è bravo a non togliersi ora i sassolini dalle scarpe: «Sono emozionato e tanto felice. La cosa straordinaria è che questo film non finisce mai di emozionarci, di farci stringere, è immenso». Così, tra una battuta sullo smoking che non ha per la promozione negli Stati Uniti («Andremo in tuta») e un autoaugurio in romanesco («Daje!») c'è anche un pensiero per il regista: «Oggi Claudio avrebbe detto che era normale e giusta questa candidatura, aveva una sicurezza e naturalezza tutta sua». La speranza è che il film, dopo aver incassato non tantissimo, quasi 270mila euro in due settimane, possa ora arrivare a un pubblico più ampio. Intanto le copie aumenteranno nel fine settimana grazie alla casa di distribuzione Good Films che ha in listino anche Labyrinth of Lies in uscita a gennaio, il film candidato dalla Germania per gli Oscar diretto però dal milanese di nascita e tedesco di adozione Giulio Ricciarelli. Ma, tra la settantina di film presentati agli Oscar d'altrettante nazioni, c'è anche un altro italiano, Donato Rotunno regista lucano del film Baby(A)lone appena selezionato per rappresentare il Lussemburgo.

Difficile dire se Non essere cattivo rientrerà nella prima shortlist dell'Academy di nove titoli che diventeranno cinque il prossimo 14 gennaio. L'anno scorso tutto è andato a meraviglia per l'Italia con la vittoria di Paolo Sorrentino e del suo La grande bellezza che proprio ieri è stato indicato dal prestigioso British Film Institute come il migliore film non anglofono del decennio.

E se nella pellicola di Sorrentino gli americani avranno riconosciuto gli echi felliniani nessuno può escludere che non vengano colti quelli pasoliniani di Non essere cattivo di Caligari. E chissà che non rimanga solo un sogno immaginare di vedere Martin Scorsese consegnare la statuetta a Valerio Mastandrea alla cerimonia degli Oscar il 28 febbraio.

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