Una storia nella storia. Quella che accomuna Carlo Conti e Gerry Scotti positivi al coronavirus nello stesso momento e costretti al ricovero in ospedale a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. Una storia che, in modo surreale, li ha avvicinati ancora di più. A svelarlo è stato Gerry Scotti che, nell'ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha rivelato che durante la permanenza in ospedale ha parlato più volte con Conti (attraverso messaggini) per condividere l'esperienza: "Ci chiedevamo a vicenda se avevamo preso le medicine".
Stessi sintomi, stessa tempistica. Carlo Conti e Gerry Scotti hanno contratto il coronavirus a distanza di dieci giorni l'uno dall'altro, ma a far unire le loro strade è stato il decorso della malattia. La polmonite, i sintomi che peggiorano e la necessità del ricovero in ospedale con cannula e casco. Un momento difficile, psicologicamente e fisicamente, che però hanno vissuto insieme seppur a distanza. Carlo Conti ricoverato all'ospedale Careggi di Firenze, Gerry Scotti al centro Covid Humanitas.
"Chi mi è stato più vicino? In molti - ha raccontato Gerry Scotti al Corriere - Non voglio fare torto a nessuno, cito solo Carlo Conti, perché abbiamo vissuto un'esperienza in parallelo. Io gli chiedevo: 'Quanti litri di ossigeno?', lui mi rispondeva '4'. E io invece stavo ancora a 5. E ancora: 'La pastiglia, te l'hanno data?'. Abbiamo fatto come Coppi e Bartali...". A rendere difficile il percorso di entrambi i conduttori la polmonite. Sia Carlo Conti che Gerry Scotti hanno sviluppato la polmonite in seguito alla positività da Covid-19. Un'infiammazione che li ha costretti al ricovero in ospedale e a sottoporsi alla terapia dell'ossigeno. Ma se per Gerry Scotti la permanenza in subintensiva è stato scioccante e crudo, per Carlo Conti è stato più doloroso per la lontananza dalla sua famiglia.Ospite di Serena Bortone a "Oggi è un altro giorno" su Rai Uno, Conti ha raccontato: "È stata una settimana intesa, difficile, particolare.
Il pensiero andava a mio figlio e a mia moglie a casa nella speranza che non fossero positivi. La gioia più grande è avere la notizia che il loro tampone era negativo. Sono stato coccolato da una serie di attenzioni di medici, infermieri, personale sanitario".
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