La guerra editoriale dell'Anello conosce una nuova battaglia. Non staremo a riassumere le puntate precedenti della quaestio e della Queste: basta ricordare che il gruppo Bompiani-Giunti, detentore dei diritti di pubblicazione di Tolkien in Italia, oltre due anni fa ha deciso di cambiare la ormai storica traduzione del Signore degli anelli di Vittoria Alliata di Villafranca affidandone una nuova versione al traduttore Ottavio Fatica (l'operazione fu consigliata a suo tempo dall'Associazione italiana Studi Tolkieniani e dai Wu Ming). Da qui polemiche, cause legali e scontri ideologici tra fautori della vecchia e della nuova traduzione. Nel frattempo il gruppo Giunti ha ritirato da tutte le librerie italiane le copie del romanzo con la traduzione «classica» prima ancora che giungesse a compimento la nuova versione (manca la terza parte della trilogia, prevista a giugno). E così dal 1° gennaio di quest'anno l'Italia è l'unico Paese al mondo, o quasi, in cui non si può leggere, nella sua completezza, un libro immortale della letteratura del '900 (a meno di averlo già in casa o di trovarlo in biblioteca).
Ed ecco la notizia. Una rete di Associazioni e studiosi italiani dell'opera di Tolkien, coordinati dall'Associazione «Il Cerchio» di Adolfo Morganti (uno che leggeva Tolkien prima ancora dei Campi Hobbit, per dire) ha scelto di compiere un duplice gesto di «giustizia culturale» nei confronti del lettore e di Tolkien: rendere disponibile a tutti, in edizione completa, a costi il più possibile contenuti e nella versione approvata dall'autore, Il signore degli anelli. Come? Morganti&soci hanno trovato un giacimento di 6mila copie dell'edizione Bompiani 2007 (in tre volumi, l'ultima disponibile con la traduzione della Alliata), hanno comprato l'intero stock e ora distribuiscono la trilogia a 20 euro (info@ilcerchio.it). Era prezzata all'epoca 18 euro, ma oggi su eBay si trova da un minimo di 70 a un massimo di 120... Cifre chiaramente falsate. Come spiega al Giornale Oronzo Cilli, presidente dell'Associazione collezionisti Tolkieniani italiani, «Sono libri che anche se ormai fuori catalogo sono stati stampati in migliaia di copie e non presentano particolare rilevanza collezionistica, se non quella di avere la traduzione dell'Alliata. Infatti, i prezzi sono saliti per tutte le edizioni nella vecchia versione e questo sì che meriterebbe una risposta...». Come la meriterebbe l'annosa disputa, destra-sinistra, che ha coinvolto le due versioni.
Un nodo tagliato di netto dallo stesso Morganti: «Tutto ciò ha spalancato la porta a strumentalizzazioni ideologiche che ci hanno riportato indietro di 40 anni al tempo della critica militante, mettendo l'opera di Tolkien al centro di una ridicola battaglia neogramsciana per l'egemonia culturale. Senza che francamente alcuno ne sentisse la necessità».
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