Ciak, azione, TikTok. E finisce in cantina il cinema di papà e mamma, quarantenni che s'ostinano ad andare in sala o si abbonano a Netflix, pensando d'essere moderni perché fruiscono il film in streaming. Nelle loro camerette, invece, i preadolescenti occidentali muniti di smartphone dalla scuola elementare, attraverso la piattaforma TikTok creano video di 15 secondi, dove rifanno il verso a Star Wars, o sbertucciano la scena cult di Chiamami col tuo nome, in cui Thimothée Chalamet, cioè il teenager Elio, infila le dita in una pesca, toglie la polpa e lascia che il succo gli coli addosso. Poi, si sbottona i pantaloni e avvicina il frutto proprio lì. Sospiri, allusioni, cojonella. E film, attori, grande cinema, di colpo vengono svuotati di pathos e di significato. Altro che Godard e Cahiers du Cinéma. I TikTomani, infatti, hanno a disposizione una serie di strumenti rapidi per remixare: basta premere un tasto a lato dello smartphone e scaricare suoni pre-registrati o scene e dialoghi di film. Facile, dunque, usare tracce musicali o scritte, per rimettere in scena i film che hanno fatto la storia della Settima Arte, dal Padrino a C'era una volta in America.
A questi video-sfottò, tra l'altro, si può replicare, raccogliendo la sfida che gli utenti si lanciano settimanalmente, in un flusso perenne di clip divertenti per chi ha meno di vent'anni. Sulla piattaforma per video cinese, a metà strada fra social network e social media, tutti possono divertire tutti gli altri ragazzini (per lo più, si tratta di femmine), usando l'app di moda: negli ultimi 12 mesi, TikTok è stata scaricata oltre 750 milioni di volte, a fronte dei 715 milioni di Facebook, ormai vecchiotto, dei 450 milioni di Instagram, dei 300 milioni di YouTube e dei 275 milioni per Snapchat, stando alla ricerca di Sensor Tower. Di fatto, la popolarissima app cinese, costola di ByteDance, nata sette anni fa nel Beijing, è un colossale deposito di minivideo virali, classificabili come commedie, gialli, horror o talent-show. Mentre danza, umorismo, moda e bellezza sono gli ambiti d'intrattenimento per una marea di sconosciuti, e Snapchat mette in connessione gli amici.
TikTok riscuote successo in particolare dopo aver inglobato Musical.ly, fondata da Alex Zhu a Shanghai, enorme library musicale che consente d'inserire, al volo, qualsiasi musica da film. E il mito del montatore da Oscar e del taglio d'autore? Ed Ennio Morricone, o Armando Trovajoli, che cucivano le loro note sulla pelle degli attori? Da mettere in freezer: con TikTok chiunque inserisce, taglia, remixa. Basta avere un pizzico d'inventiva e moltiplicare, in pillole virali, tanti meme, con musiche molto popolari. I minivideo, costruiti intorno alla base musicale, hanno un linguaggio a parte: niente barriere linguistiche e zero news, per cui non invecchiano. Anche se dovesse trattarsi d'un fenomeno passeggero, gli «OK Boomer», i preadolescenti che cliccano pollice in alto per approvare, impazziscono per TikTok, mentre Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, parlando alla Georgetown University ha detto: «La Cina sta costruendo un suo Internet su valori molto diversi dai nostri e adesso esporta la sua visione di Internet negli altri Paesi».
Ma cantare in playback le parole dei propri artisti preferiti, o sbertucciare, in 15 secondi, John Travolta che balla in Grease, suona davvero come una minaccia? Intanto, i cinefili gioiscono per le proteste di Martin Scorsese contro la Marvel, che produrrebbe film-spazzatura («È questo il cinema che devono conoscere i nostri giovani?», chiede l'autore di Taxi Driver) e ingoiano la diffusione della piattaforma Netflix, sempre più presente nei festival e nelle case. Per tacere del cinema verticale, i filmati caricati in Rete e realizzati a sviluppo verticale, con la videocamera ruotata di 90 gradi rispetto all'uso normale. Però TikTok è un'altra frontiera del software video digitale che, oltre a stravolgere il senso del cinema e delle sue storie, può diffondere cyberbullismo (il culto dell'apparenza qui è fondamentale) e anche pedopornografia (i predatori sessuali sorvegliano TikTok).
Non a caso il governo americano ha avviato un'indagine per capire se l'applicazione di proprietà della cinese ByteDance costituisca una minaccia per la sicurezza nazionale. Per adesso, chi ama il cinema, quello vero e non quello compresso in 15 secondi, ancora corre a vedere i film di Scorsese in sala. Anche se durano 3 ore e mezza, come The Irishman.
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