L'ultima puntata di Storie Maledette ha lasciato non pochi strascichi. A far letteralmente infuriare le associazioni contro le violenze sulle donne è stata l'insospettabile Franca Leosini. La popolare conduttrice di Storie Maledette, volto apprezzato e amato dal pubblico, è finita al centro di una polemica per alcune affermazioni fatte durante l'ultima puntata della sua trasmissione. Durante l'intervista con Sonia Bracciale, condannata a 21 anni di carcere come mandante dell’omicidio del marito violento, la Leosini si sarebbe fatta sfuggire una pesante affermazione: "La responsabilità ce l’ha anche lei come tutte le donne che non mollano il marito al primo schiaffone".
Parole che hanno scatenato una durissima reazione. A puntare il dito contro Franca Leosini è stata Antonella Veltri, presidente dell’associazione D.i.Re - Donne in rete contro la violenza che - attraverso un comunicato stampa - ha ammonito la giornalista, parlando di un dialogo pieno di insinuazioni, colpevolizzazioni e giudizi moralistici. Secondo Antonella Veltri, Franca Leosini con le sue parole avrebbe cercato di far sentire in colpa Sonia Bracciale che per anni ha subito le violenze fisiche e psicologiche del compagno: "Si chiama vittimizzazione secondaria, succede ancora continuamente nelle aule dei tribunali, dove le donne che denunciano la violenza non sono credute. Ieri questo trattamento è stato imposto a Sonia Bracciale da Franca Leosini nel suo programma Storie maledette su Rai Tre".
Le parole pronunciate da Franca Leosini - che durante l'intervista andata in onda su Rai Tre si è lascia scappare anche un sarcastico: "Ma lei una padellata in testa a suo marito non gliel'ha mai data?'"- hanno toccato profondamente i vertici dell'associazione che nella nota, ci sono andati giù pesanti dando a Franca Leosini dell'incompetente: "Al di là dell’incompetenza con cui una giornalista si permette di parlare a una donna che ha subito violenza senza avere una formazione e gli strumenti di base per affrontare un discorso tanto delicato,
quanto complesso ciò che emerge prepotente e insopportabile è l’eterno giudizio verso le donne che non se ne sono andate per tempo dalla figura violenta. Neppure quando vengono ammazzate, si smette di giudicarle".Sonia Bracciale è stata condannata a 21 anni di reclusione come mandante dell’omicidio del marito, Dino Reatti, avvenuto ad Anzola dell’Emilia (Bologna) nel giugno del 2012.
— Storie Maledette (@StorieMaledette) June 13, 2020
Franca Leosini la incontra, in esclusiva per #StorieMaledette. Domani alle 21.20 su @RaiTre. pic.twitter.com/qGWeaz6Wu7
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