Un «tesoro» di 120 faldoni con testi diversi fra loro, di cui 60 regie, 30 copioni teatrali, foto di sala, di scena, recensioni, corrispondenze con gli autori delle opere; e poi 300 sceneggiature, adattamenti radiofonici e televisivi, oltre naturalmente alle sceneggiature di Montalbano. È il Fondo Andrea Camilleri, così come lo spiega, in sintesi, Antonio Sellerio, storico editore dello scrittore siciliano (Porto Empedocle, 1925 Roma, 2019). Una raccolta inaugurata ieri a Roma, alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha voluto ribadire il suo «Grazie grazie grazie», uno per ciascuna delle tre figlie di Andrea Camilleri, per «questo regalo fatto al Paese».
Franceschini ha ricordato Camilleri e in particolare le «chiacchierate bellissime che ho fatto con lui sia sulla parte narrativa e poi quella politica, con la passione che ci metteva anche con tono duro, molto critico». Il ministro ha paragonato il Fondo al «download del cervello» dello scrittore: «Guardando la sua casa pensavo: ma che universo ha dentro? Cosa aveva dentro la testa, che mare infinito di ricordi, passioni, amori, tensioni? Si arriverà forse un giorno a fare il download del cervello, l'archivio in fondo è questo». Il ministro ha preso un impegno per l'attività del Fondo e anche per la casa di Camilleri: «Ragioniamo alle forme che consentono al Fondo di proseguire la sua attività e poi un domani alla casa, che è un pezzo che resta di più degli scrittori. Ne ho viste tante scomparire, andarsene con lo scrittore, invece dovrebbero essere conservate». Di qui l'invito/promessa: «Lavoriamo insieme perché sia continuativa l'attività del Fondo e non pesi solo su di voi». Nell'archivio, ricostruito grazie all'impegno delle tre figlie Andreina, Elisabetta, Mariolina e di una archivista, sono custoditi anche un centinaio di poesie, per lo più inedite, 40 racconti sul teatro, interventi a convegni e 5 o 6 romanzi appuntati a mano.
E poi corrispondenze personali con editori, esponenti di cultura come Orazio Costa, Vitaliano Brancati, Primo Levi, Leonardo Sciascia, Raffaele La Capria, Angelo Ripellino. Infine, la corrispondenza familiare, dal suo arrivo a Roma e la prima regia.
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