Nell’affaire Fabrizio Corona che sta dividendo l’opinione pubblica, scende ora in campo anche Adriano Celentano. Lo ha fatto con una lunga lettere pubblicata sui suoi canali social, dove in prima persona parla a Fabrizio esortandolo a cambiare. Nella missiva, anche una riflessione sulla giustizia italiana e sulla politica. Attualmente l’ex re dei paparazzi è ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano ma le sue condizioni sono preoccupanti e in peggioramento.
Oltre alle ferite che si è procurato al momento dell’arresto documentate in un video diventato virale, si è ferito con una penna biro colpendosi le vene delle braccia. Un nuovo gesto autolesionista che preoccupa molto i legali di Fabrizio “La situazione verrà ovviamente monitorata, ma non possiamo nascondere la nostra angoscia” ha raccontato tramite un comunicato Cristina Morrone, collaboratrice dell'avvocato Chiesa, aggiornando sulle condizioni di Corona, che da quanto è stato ricoverato ha attuato anche lo sciopero della fame e della sete.
E proprio per le immagini diffuse, Adriano Celentano ha sentito la necessità di dire la sua. “Caro Fabrizio, anch’io, come chiunque abbia potuto vedere la scena straziante trasmessa da Giletti, sono rimasto profondamente colpito nel vedere il dolore e la disperazione di una madre che, aggrappata alla tua giacca, piangeva e di supplicava di stare calmo. Un dolore così grande che pareva uscire dallo schermo, quasi come a sciogliere una lacrima di chissà quanta gente ti stava guardando. E mentre anch’io, a fatica, cercavo di fermare la mia, di lacrima, tutto ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, il mio pensiero si è fermato su di te. Sulla tua persona. Tu hai fatto tante strozzate nella vita. La più grossa e direi la più pericolosa, è quella di aver indotto i giudici a darti una punizione spropositata” commenta riferendosi agli errori commessi da Fabrizio.
“Con la scusa di sommare le tue colossali cazz**e, cioè ogni cazz**a una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione. E qui, secondo me, sta la grande ingiustizia della giustizia italiana. Si danno 14 anni ad uno come te, che ha fatto sì, cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona. Non si contano i casi di individui che hanno assassinato una o più persone e, solo dopo 5 o 6 anni di buona condotta, escono di prigione”.
Celentano si rivolge poi alla politica: “Forse è ora che la politica anziché intraprendere affari con quei paesi che fanno sparire le persone tagliandole a pezzi, dica qualcosa sull’’arrangiamento-giustizia’. Caro Fabrizio, il dolore di tua madre è grande, come grande sarà quello di tuo figlio. Un bellissimo ragazzo che si trova ‘nel bel mezzo’ di una grande decisione che dovrà necessariamente partire da te. Solo tu puoi aggiustare i sentiero, non solo della sua vita, ma quella di tutte quelle persone che aspettano un tuo segnale, comprese le migliaia di persone che ti seguono su Internet. Io ho un’idea. L’inesistente”.
Una lunga riflessione che ha ulteriormente acuito le posizioni di chi vede in Corona una vittima soprattutto di sé stesso e della sua patologia per "disturbi della personalità borderline" e di chi invece pensa, che come per altri detenuti, gli sbagli
devono essere pagati. Una triste vicenda che sono ormai anni che tiene banco non solo sulle pagine dei giornali, ma soprattutto sulla vita di Corona, personaggio controverso e fuori dalle righe che sembra non trovare pace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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