Torna in libreria, a quarant'anni dalla pubblicazione (anche allora da parte di Mondadori), l'autobiografia di Muhammad Ali, Il più grande. Storia della mia vita. Scritta dal grande campione, scomparso il 3 giugno scorso, con il giornalista americano Richard Durham, l'autobiografia, riproposta nella collana Strade Blu, è a cura della scrittrice premio Nobel Toni Morrison (pagg.597, euro 19). Nel libro, che quando uscì in America nel '75 fu un bestseller, il grande pugile si mette a nudo: racconta della sua famiglia, delle sue mogli (e di come la prima, Sonji, l'abbia lasciato perché non tollerava le regole, soprattutto sull'abbigliamento, imposte dal suo credo musulmano), della scoperta della boxe e delle prime vittorie, dall'interruzione dovuta al rifiuto di arruolarsi per il Vietnam, del rapporto con gli altri campioni e delle grandi sfide. Pubblichiamo un brano della conversazione avvenuta nell'estate del 1970, durante un viaggio in macchina verso New York, tra Ali e Joe Frazier, che sarà suo grande avversario sul ring quando tornerà a combattere dopo l' "esilio".
ALI Dimmi la verità, uomo. Se dovessi batterti con me, avresti paura?
FRAZIER No, uomo. Te lo giuro.
A. Davvero non avresti paura?
F. No, per niente!
A. Neanche del mio jab sinistro e dei miei passi di danza?
F. Noooo! Ti starei sempre vicino. Dicono tutti che sei così svelto ad allontanarti. Ma ti accorgeresti come sono svelto io ad avvicinarmi.
A. Ricordi quando sei venuto a vedere il mio incontro con Zora Folley? Eri agli inizi allora. E volevi imparare da me.
F. C'è per tutti un periodo in cui dobbiamo imparare.
A. E adesso credi di saperne abbastanza per affrontarmi?
F. Ma certo! E anche se non ne sapessi abbastanza, non mi tirerei indietro egualmente. Chi rifiuta di misurarsi con qualcuno che fa la sua stessa professione non è un vero uomo.
A. Non è detto. Un uomo può anche essere furbo e aspettare il momento adatto. Ma certo, se tu mi evitassi adesso, ti diresti: "Non sono un vero uomo", perché sei Il Campione e devi essere sempre pronto a tutto. Ma quello che volevo chiederti è se credi di potermi battere ai punti o se sei davvero convinto di buttarmi giù prima del quindicesimo round.
F. Sono convinto di buttarti giù prima del quindicesimo.
A. Sul serio?
F. Sul serio. Vedi, uomo, quello che ti scatenerei addosso io, non lo conosci ancora. Non l'hai mai visto finora. Capisci?
A. Non potresti mai sfuggire al mio jab. Mai!
F. Vedi, gli altri ti lasciano fare quello che vuoi. Come lasciano che io faccia quello che voglio
A. Sei tu che fai quello che vuoi!
F. Sì, certo, sono io. Ma loro te lo permettono. Ti lasciano saltare sul ring e danzare e tutto il resto
A. Non potresti mai impedirmi di saltare e danzare. Come faresti?
F. Ti sarei sempre addosso. E ogni tuo respiro lo soffieresti sulla mia testa.
A. Ma ti stancheresti, dopo cinque o sei round di corpo a corpo.
F. Ti stancheresti anche tu, cercando di sfuggirmi. Di correre, di tirare jabs, di abbassarti, di schivare ti stancheresti anche tu.
A. Credo di aver capito. Non vuoi ammettere di non potermi battere perché sei il campione.
F. No, no, no, no
A. Adesso mi sono ritirato. Ma se tornassi
F. Anch'io mi sono ritirato. Finché tu non tornerai.
(Si ferma a un semaforo.)
A. (si sporge dal finestrino per salutare un gruppo di neri che sbirciano nella macchina.) Ehi, voi due lì in quell'angolo! State in guardia!
RAGAZZA (riconoscendolo) Salve, campione! Come va?
A. Mi riconosci?
RAGAZZA (aguzzando lo sguardo) Chi c'è con te?
A. Joe Frazier.
UOMO (avvicinandosi) Che diavolo ci fate voi due assieme?
A. Vogliamo batterci nel vicolo! Proprio in quel vicolo!
UOMO Ma sì! Fatelo!
A. (mentre l'auto si mette in moto) E adesso racconta al mondo di aver visto me e Joe Frazier! Il Campione e l'ex Campione.
UOMO Quando ti batterai con lui, Frazier?
F. (sporgendosi dal finestrino) Potrei mandarlo col culo per terra anche adesso, su questa macchina.
A. (al mondo in generale) Joe Frazier e Muhammad Ali stanno andando a New York.
F. Quell'uomo ha detto qualcosa che non ho sentito.
A. Ha detto: "Ehi, uomo. Cosa state facendo insieme?". (Ride, poi si volta verso Joe) Seriamente, uomo, credi davvero di potermi battere? Devi sapere che, secondo qualcuno, tu eri contento che io non potessi salire sul ring. È stato Murray Worner, sai, quello che ha messo su il finto incontro con Marciano. Ha detto che non avresti osato misurarti con me.
F. No, uomo! No! Senti, vorrei avere la possibilità di restituirti la licenza. Ti darei volentieri la mia se mi lasciassero battermi con te. Tanta è la mia voglia d'incontrarti.
A. (sospira) Forse potremmo metterci d'accordo per imporre questo incontro. Basterebbe che cominciassimo a discutere a un angolo di strada e dopo un po' la gente esigerebbe che ci si autorizzi a risolvere la questione sul ring. Al diavolo i governatori, le commissioni pugilistiche, i sindaci, i politici, la Legione, i Consigli dei cittadini bianchi, il Ku Klux Klan la gente lo vuole!
F. Puoi dirlo! In vita loro non vedranno mai niente di paragonabile. Perché tu non hai paura di me e io non ho paura di te. Capisci?
A. (lunga pausa) Io però sono convinto che di me tu hai paura.
F. (lunga pausa) No. Sono sicuro di non averne.
A. Io invece credo che quando sarò in forma e avrò ricuperato il mio peso Tu hai fatto dire a Quarry e a Ellis che non avrebbero corso e i giornali ci hanno insistito parecchio.
F. In altre parole, correrai un pochino anche tu, eh?
A. Io danzerò e mi muoverò come Sugar Ray. Con il tuo stile, uomo, non riuscirai mai a battere un Sugar Ray peso massimo.
F. Ho avuto contro dei veri cavalli da corsa io. Ma a forza di frustate, li faccio andare al trotto. Gli metto le sabbie mobili sotto i piedi.
A. Ammetto che sei in gamba, ma io sono più svelto. Il più svelto che ci sia mai stato al mondo.
(Copyright © 1975 by Muhammad Ali, Herbert Muhammad, Richard Durham This translation published by arrangement with Graymalkin Media LLC Originally published by Random House, Inc.
This edition published in 2015 by Graymalkin Media
I edizione Mondadori maggio 1976
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