Di narrazioni intimiste su chiusure e quarantene non ne posso più, mentre di pensiero vero intorno alla sciagura che quindici mesi fa ci è capitata fra capo e collo sono sempre bramoso. Per non dire bisognoso. E poi se un filosofo non scrive di pandemia di che cosa scrive? Di yoga, di chakra, di emozioni?
Molti lo fanno ma non vengano a dirmi di essere amici della Sapienza: non c'è niente di male a essere amici delle Classifiche di Vendita, basta ammetterlo onestamente. E magari inchinarsi davanti a chi si cimenta invece con ciò che è davvero cruciale: nulla più del virus richiede più meningi...
Flavio Cuniberto, uno dei migliori e al contempo, per carattere e sobrietà anche mediatica, uno dei più incogniti filosofi italiani, ci presenta oggi L'onda anomala (Medusa). Ed è un modo per rimanere almeno intellettualmente a galla. Alzandosi, malgrado il sottotitolo (Cronaca filosofica della pandemia), molto al di sopra dei flutti contingenti: «La storiografia futura, occupandosi della grande crisi 2020, non vedrà nell'aspetto medico-sanitario il vero clou del problema. La natura di crisi sistemica, o epocale, apparirà sempre più evidente nella prospettiva storica». Il filosofo torinese, insegnante all'università di Perugia, è convinto che la pandemia sia stata proprio «un'opportunità unica», ma attenzione, non per la Sinistra, come oscenamente scrisse quell'impunito del ministro Speranza, bensì per qualcosa di più pericoloso ancora: la Tecnica. «Essendo il post-umano o il meno-che-umano, il non-pensante uno degli obiettivi espliciti dell'avanzata tecnologica degli ultimi decenni».
Risulta abbastanza chiaro che Cuniberto, pur citando spesso Baudrillard, ha come riferimento principale Jünger, così come Agamben, il filosofo che più si è esposto sul tema in oggetto, ha come riferimento principale Foucault. Non è soltanto una questione di albero genealogico, dettaglio che potrebbe interessare solo i cultori di araldica filosofica. Sebbene siano concordi nell'affermare che l'orribile virus cinese oltre che di uomini ha fatto strage di libertà, i due autori sono divisi dallo stile (quello di Cuniberto meno oracolare, più fattuale) e per l'appunto dai riferimenti intellettuali. L'onda anomala è il libro di un conservatore che vede nel covidismo un passaggio decisivo del nichilismo contemporaneo, l'alba di una Nuova Era in cui la tecnica renderà superfluo il contatto fisico e poi, probabilmente, l'uomo.
Cuniberto paventa la liquefazione socioculturale che Marx e Gramsci sognarono (avvisare l'ignaro Diego Fusaro, identitario e gramsciano insieme), che Baumann descrisse per quanto riguarda la fase iniziale, che Amazon, Apple, Facebook, Google (e Alibaba, Microsoft, Twitter, Zoom...) realizzano ora con formidabile slancio. Il vero conservatore non è colui che sceglie la Destra contro la Sinistra ma colui che sceglie il Realismo contro l'Utopismo, e il Rito contro la Spontaneità amorfa. Fa paura, diventa quasi un horror L'onda anomala nelle pagine in cui mostra la capacità del parassita (un virus è un parassita endocellulare) di dare un'ulteriore spallata al mondo solido di ieri. Perché mai mangiare a ore fisse? È superato! Ecco dunque «gente che mangia in continuazione a tutte le ore (e forse non mangia mai, o forse appunto mangia e basta). Non ci sono più riti in un mondo ispirato al paradigma della flessibilità totale».
Ed è la spiegazione del pandemico successo di asporto e delivery, fenomeni che certamente non rientreranno con l'esaurirsi dei contagi. «Perché la Messa festiva deve essere a ore fisse? E perché devo andarci fisicamente, ritualmente? Perché non posso fruirla in podcast, quando mi è più comodo?». Anche chi non ha letto il precedente Paesaggi del Regno, incantevole viaggio filosofico-teologico nei luoghi di San Francesco, qui capisce quanto Cuniberto sia uomo religioso, pertanto conscio che senza rito comunitario la religione decade velocemente a spiritualità disincarnata (pressappoco la fine, per il cristianesimo basato su Dio fattosi corpo).
L'onda anomala è il libro della pandemia come tsunami e, quel che è peggio, come tsunami permanente. Ben poco sarà come prima...
Consapevole di una tecnologia sempre più pervasiva, Cuniberto non propone soluzioni, a differenza di Jünger che nel Trattato del ribelle indicava la salvezza nel «passaggio al bosco». E però mette la voglia di una casa alta sulla scogliera.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.