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Ecco Adam Lambert il Frankenstein del pop che piace ai Queen

Il cantante che viene dai talent clona Michael Jackson, Nick Kamen e Freddie Mercury. Così la band l’ha preso per sostituire l’icona scomparsa

Ecco Adam Lambert  il Frankenstein del pop  che piace ai Queen

Guardandogli il viso e i capelli sembra il gemello separato in culla di Nick Kamen, meteora della dance anni Ottanta. E invece Adam Lambert è il modello della popstar a venire, pare. Il suo secondo Cd, Trespassing a una settimana dall’uscita è già al numero uno delle classifiche Usa di Billboard.
E per quanto ci ha investito la Rca il disco aveva il dovere di finire al primo posto. Trespass è stato scritto da una legione di autori, tra cui spiccano il genio della dance Nile Rodgers e Nikka Costa. Si aggiunga un implacabile piano-marketing per catturare il pubblico delle radio Usa tra i 15 e i 35 anni. Sforzo produttivo inaudito, quindi, per un successo annunciato.

Ma con risvolti frankensteiniani. Perché se il viso di Lambert può ricordare Kamen, il modo di cantare fa venire in mente, a scelta Michael Jackson e perfino Justin Bieber nei brani pop, e in quelli più rock Freddie Mercury o Robert Plant, o Mick Jagger. Tanti ingredienti per un inquietante effetto Zelig. Va bene che la popstar ha da essere camaleontica, va bene che, come ha scritto Samuel Reynolds in Retromania, il pop attuale sembra consegnato al revival, ma in Lambert gli elementi originali, se c’erano, sono stati asportati in favore di un puzzle di cose già viste/sentite.

Il fatto è che, come altre stelle recenti del pop (Susan Boyle, Leona Lewis), Lambert proviene da un talent show. Si è messo in evidenza a American Idol. Tecnica vocale ne ha da vendere: è un tenore capace di incredibili acuti fuori estensione, è in grado di cantare 150 date senza un giorno di riposo. In più è un attore di lunga esperienza, ha presenza scenica, e capacità di lavoro fuori del comune.
Ma è la stessa «formula talent» a fare venire molti dubbi. Da una parte i talent show fanno da traino a un’industria musicale in crisi nera, e sono una rivoluzione anche televisiva (la Fox con American Idol ha completamente modificato il business, tra cessione dei diritti in 100 nazioni, videogames e applicazioni per i telefonini). Dall’altra molti li accusano di sfornare cloni. In effetti è difficile pensare che un artista con troppa personalità possa andare avanti in un talent show. «Se Vasco Rossi si presentasse a un talent - ha detto Red Ronnie - dopo tre secondi glai direbbero: “brutta voce, eliminato”».
E nel caso di Lambert anche la biografia sembra costruita scientificamente, in modo da barrare le crocette trasgressive della perfetta popstar. Per quanto riguarda la droga, ha dichiarato di aver deciso di partecipare ad American Idol dopo un’esperienza psichedelica con allucinogeni. Sull’argomento sesso, è il primo artista dichiaratamente gay ad essere lanciato da una major, e ha scandalizzato come di dovere il pubblico Usa per aver mimato una fellatio con un musicista del suo gruppo. La rappresentazione gay sul palco in effetti è un classico, ma ancora solo femminile (baci saffici e altro). Lambert ha commentato che anche un uomo deve poter esprimere la propria (omo)sessualità in scena, e che si augura che la società americana apra la mente su questi argomenti. Il che gli ha permesso di barrare un’ulteriore casella, quella del progressismo politicamente corretto.
Sono tutti indizi che fanno di Lambert la prossima popstar perfetta. Già per il primo disco, For Your Entertainment, erano stati mobilitati come autori Lady Gaga e Matt Bellamy dei Muse. Il risultato sono state due milioni di copie vendute, anche se per Rolling Stone si trattava di un prodotto troppo «pensato».

E qualche mese fa è arrivata la chiamata da parte dei Queen: a rimpiazzare l’icona e corpo mistico del rock Freddie Mercury per i quattro megaconcerti in programma quest’estate a Londra e in Russia. Non avrà il genio di Mercury, Lambert, ma ha il talento. O meglio, il talent.

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