Sarà comunque un bell’addio, quello di stasera al Forum di Assago, a un passo dalla loro Milano, naturalmente sold out. «Non facciamo spoiler, come dicono i giovani, abbiamo un sacco di sorprese e suoneremo tanto», rivela il bassista Faso. Doveva essere l’ultimo concerto per Elio e le Storie Tese, quello del ciao a tutti, è stato bello, è durato 37 anni ma ora basta. Tutti ci hanno creduto, ma poi ci si è messo un capo dei pompieri.
Così almeno la spiega Elio all’Area Pergolesi di Milano, tra immagini storiche del gruppo che scorrono in gigantografia sui muri, in un amarcord con tanto di pacchetto di fazzoletti di carta in dotazione a ogni invitato. Perché un capo dei pompieri? «Perché è il tipo che mi ha avvicinato in un ristorante – racconta sornione Elio –. Uno che chiaramente non ci aveva mai seguito e che mi ha detto: ma davvero vi sciogliete? Era sinceramente dispiaciuto. Questo per dire che veramente siamo rimasti stupito dall’ondata di affetto che ci ha travolto quando la notizia è stata diffusa da Le Iene. A dire il vero noi lo avevamo detto durante il nostro tour europeo, per la prima volta al concerto di Londra a marzo scorso. Ma nessuno ci prendeva sul serio. Ci volevano Le Iene qualche mese fa». Sì però ora all’unico concerto di addio a Milano seguirà, ma tu guarda, la partecipazione in gara al 68esimo Festival di Sanremo col brano inedito Arrivedorci («La Rai è riuscita a chiamarlo semplicemente Arrivederci, come se fossimo un complesso degli anni ’40... no comment»), un tour d’addio in tutta Italia con date certe dal 20 aprile al 23 maggio ma «con scadenza al 30 giugno» e perfino un ultimo album («Abbiamo registrato diverse cose in questi due anni, un giorno ci piace una cosa, un altro vogliamo cancellarla, poi la riprendiamo: vedremo»).
Dunque, o questo è un addio da film muto, stile Francesca Bertini esanime appesa a una tenda, o è una di quelle prese per i fondelli che solo gli Elii sanno architettare. «No, tutto vero – precisa Elio, nonostante l’abbinamento delirante di camicia e giacca del chitarrista Cesareo, accanto a lui, annullino ogni credibilità alla cosa – non scherzate coi nostri sentimenti. La cronologia è importante: volevamo fare il live al Forum, poi la gente ci ha commosso, poi è arrivato Claudio Baglioni con la proposta di salutare l’Italia dal Teatro Ariston, un palco per noi storicamente importante. Dunque ci siamo messi a comporre a gran velocità il brano inedito, poi il tour e l’album. D’altronde Rossini diceva che le migliori overture venivano composte la sera prima di andare in scena, con l’impresario che si strappa i capelli. Dopo il 30 giugno, stop. Perlomeno come Storie Tese».
Poi, un filo di commozione sotto le sopracciglia di Elio: «La nostra è stata una storia strana, poco italiana, originale. Eredi? Non ne vediamo. Non ci sono più giovani che voglio imparare a suonare difficile».
E chi credeva che quello al Forum fosse l’ultimo live, e magari sale da Bari, dove ora c’è una data (il 19 maggio, al Pala Florio), per sentire Tapparella o La Terra dei Cachi dal vivo? «Già risolto – spiega Faso –. Il barese che voleva vederci a Milano e ha il suo bel biglietto, basta che lo porta al live di Bari e potrà entrare». Sì ma albergo e treno già pagati? Vabbé, ora non è che gli Elii possono pensare a tutto...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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