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Elodie, Pausini, Schwazer e "casa Ibra". Amadeus porta il Festival oltre la crisi

Achille Lauro è un "quadro rock'n'roll", Fiorello reinventa Vasco, nostalgia canaglia con Cinquetti, Leali e Marcella

Elodie, Pausini, Schwazer e "casa Ibra". Amadeus porta il Festival oltre la crisi

Riassunto: ieri sera Fiorello è partito fuori dall'Ariston per portare il Festival più o meno fino alle due di notte. Una maratona di quasi cinque ore con tredici cantanti in gara (dopo che le nuove proposte Davide Shorty e Wrongonyou erano state votate per la finale, inizia la strepitosa Orietta Berti e finisce Irama registrato), una protagonista glamour, ossia Elodie, e una popular, ossia Laura Pausini che prima o poi il Festival lo presenterà dall'inizio alla fine. Stavolta arriva sul palco fresca di vittoria del Golden Globe e Fiorello la saluta con un memorabile mix tra Bohemian Rapsody dei Queen e La solitudine, il brano che quasi 30 anni fa fece sbocciare qui a Sanremo la carriera della nostra popstar più famosa al mondo. Lei poi canta Io sì (Seen) la canzone appena premiata, gioca con Fiorello e poi idealmente passa il testimone a Gaia e, a seguire, a tutti gli altri Big che provano a vincere la finale di sabato sera, dai sorprendenti e «magici» Stato Sociale fino a Ermal Meta e Random. Una passerella di brani inediti interrotti da brani giganteschi come il tema de Il buono, il brutto, il cattivo suonato dal trombettista Nello Salza oppure Metti una sera a cena diretto da Andrea Morricone (figlio ed erede di Ennio) prima che il Volo canti Your Love. Italianità e bel canto. Nostalgia e cinema d'autore. Poi ci pensa Fiorello, sempre più padrone della scena. Prima si lancia in un inedito Vasco Rossi con Gli scavi sopra (dal brano Gli spari sopra), poi cede il posto a un Amadeus molto anchorman nell'intervista ad Alex Schwazer. Arrivano le «vecchie glorie»: Gigliola Cinquetti, Fausto Leali e Marcella Bella (per carità, si dice vecchie glorie per lunghezza di carriera non per questioni anagrafiche, sia mai) che srotolano i loro super classici da Non ho l'età a Io amo. Poi naturalmente Elodie.

Brava è brava. Bella è bella.

E sul palco comunque ci sta come si deve, da vera padrona di casa. Certo, poi ci pensa Achille Lauro a rovesciare le buone maniere con il suo quadro «rock'n'roll» con guardaroba rock e pezzo roll (Bam bam twist).

Manca Ibra che arriva in collegamento da casa sua giusto un attimo prima del duetto dei duetti, ossia Fiorello ed Elodie in Vattene amore quello di «du du da da da» e del trottolino amoroso e del «gattino annaffiato che miagolerà». È allegria, nient'altro. Buonumore, l'unico vero ingrediente necessario alla tv di questi tempi. A prescindere dagli ascolti e dalle critiche che tanto a Sanremo non mancano mai.

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