In Escape at Dannemora Ben Stiller dirige Benicio del Toro, Paul Dano e un’irriconoscibile Patricia Arquette, per una serie tv thriller basata su una storia vera.
Ben Stiller lo conosciamo per i film comici e romantici, nella veste di attore o regista, anche se a volte capita di vederlo in film drammatici come I sogni segreti di Walter Mitty. Vista la sua carriera quindi stupisce pensare che alla regia di Escape at Dannemora, miniserie tv di Showtime di genere thriller e incentrata sulla fuga di due detenuti, ci sia proprio lui.
Nel 2015, due detenuti del penitenziario Clinton Correctional Facility di Dannemora compiono un’evasione incredibile, che concederà loro di assaporare ancora una volta la libertà. Si tratta di Richard Matt e David Sweat, amici e colleghi di una fuga che ha richiesto oltre che un complesso piano anche l’inevitabile coinvolgimento di una terza parte: Tilly Mitchell. Nella relazione tra il detenuto Sweat con la responsabile della sartoria Mitchell, Richard Matt vede l’opportunità di realizzare qualcosa di buono, ma è solo dopo aver visto il retro delle celle che inizia a prendere forma il suo piano.
I due detenuti sono interpretati da Benicio del Toro e da Paul Dano, entrambi in splendida forma, soprattutto il primo. Uno dei “marchi di fabbrica” di del Toro è lo sguardo, caratteristica che ha reso unica la sua recitazione e che nel corso dei 7 episodi della serie viene sfoggiata più volte, “concedendosi” forse troppo. Il personaggio da lui interpretato, Richard Matt, è un pittore che non sopporta più la vita dietro alle sbarre, si immagina fuori a correre nei campi, in sella a quel cavallo che da giovane lo portò lontano da casa nella sua prima fuga.
Paul Dano, nel ruolo di David Sweat, si mostra prima restio al progetto, per poi comprende che lì dentro non può sopravvivere a causa della nomea di “ammazza poliziotti”. Gigante l’interpretazione di Patricia Arquette. L’attrice premio Oscar nel 2015 per Boyhood grazie alla sua trasformazione è difficile da riconoscere nei panni di Tilly Mitchell. La somiglianza degli attori con le persone realmente coinvolte nei fatti è incredibile, ma l’Arquette è quella che sorprende di più, meritandosi quindi senza alcun dubbio il secondo Golden Globe in carriera.
Escape at Dannemora, in 7 episodi, racconta tutte le fasi della fuga dei due detenuti, lasciando buona parte del tempo a disposizione alla vita dentro al penitenziario. Il risultato è un mezzo capolavoro. Promossi a pieni voti gli attori, in particolare Patricia Arquette, la fotografia e la storia, ma la narrazione degli eventi risulta essere lenta, annoiando lo spettatore e distraendolo prima dei momenti topici.
È soprattutto la vita di tutti i giorni dietro alle sbarre che non fa il suo lavoro. In serie tv come Oz o Prison Break le giornate sono particolarmente tese, per via degli scontri con altri detenuti o con le guardie. Specialmente con un piano di fuga in atto, la paura che questo venga scoperto dai secondini durante le perlustrazioni delle celle dovrebbe essere a livelli altissimi. Certo, non ci si aspettava di provare le stesse emozioni di film capolavori del genere come Fuga da Alcatraz e Le ali della libertà, ma almeno avvicinarsi come con Prison Break, vista la storia e la qualità del cast, era possibile.
I pregi di Escape at Dannemora vanno quindi rinvenuti nei suoi interpreti. Meritatissimo il Golden Globe a Patricia Arquette e la nomination allo show come miglior miniserie tv, premio poi andato ad American Crime Story - L’assassinio di Gianni Versace. Ai prossimi Emmy Awards, le cui nomination ancora non sono state rese note, potrebbe essere bissato il successo dell’Arquette come migliore attrice. Per la categoria miniserie tv la questione si fa più difficile: le parti lente e dilatate del racconto potrebbero tagliare fuori Escape at Dannemora dalla lista dei candidati al premio. Questa vedrà invece sicuramente presenti Chernobyl, Catch-22, Sharp Object e When They See Us.
Escape at Dannemora è così una miniserie tv bella ma non bellissima, risultato che invece poteva essere raggiunto lavorando maggiormente sulla tensione all’interno
del carcere. Ciò nonostante, vanno fatti i complimenti a Ben Stiller che per la prima volta si confronta con una storia thriller dimostrando di essere capace di sperimentare altri generi oltre alla commedia sentimentale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.