La fame di fama di Bel Ami non conquista tutti

Buona l'idea, peccato il risultato. Un cast di giovani stelle - Pattinson perfetto nel ruolo di bello senza talento- non basta a far brillare la stella di Bel Ami

La fame di fama di Bel Ami non conquista tutti

Maupassant scrisse Bel Ami mentre soffriva di sifilide, quando cioè era convinto di avere ancora poco da vivere. Il romanzo fini, inevitabilmente, per essere pervaso da questa sua paura della morte che andava a braccetto con il desiderio di vivere la vitafino all’estremo, all’ultima goccia. È quello che amaramente confessa il suo protagoni­sta Georges Duroy, incapace di credere in un aldilà e quindi smanioso di bruciare le tappe per diventare rapidamente ricco e potente. Ambien­tato alla fine dell’Ottocento, in realtà questo romanzo ha la straordina­ria capacità di essere attuale anche oggi. L’ascesa sociale di Duroy,mili­tare in congedo, privo di un pur minimo talento, assomiglia in maniera interessante ed impressionante all’ascesa in vetta, oggigiorno, di alcu­ne celebrità ( o presunte tali) che vantano, come unico bagaglio in dote, l’aspetto fisico,in quello che potrebbe essere ribattezzato come il trion­fo della mediocrità. È ciò che sfrutta il giovane ed affamato Georges, che si fa strada nei salotti e nei letti bene di Parigi grazie al fascino esercitato sulle influenti mogli di uomini che, convinti di detenere il potere, in real­tà sono succubi delle loro abili e manipolatrici consorti. Georges diventa così giornalista di punta pur scrivendo come «un fat­torino », intessendo, via via, relazioni con la vedova, esperta di politica, di un suo vecchio commilitone,con l’amica di quest’ultima,con la mo­glie dell’editore del giornale. Cade e si rialza, sfruttando sempre la sua fame di fama. Il tutto sullo sfondo di una feroce accusa che Guy de Mau­passant lanciò sulla manipolazione dei media e sul legame tra stampa, politica ed affari.Di tutto questo,nel film c’è poco o nulla.Non tanto nel­la fedeltà al testo, quasi immacolata, quanto alla sua essenza.

Qui risul­ta tutto sbagliato, a partire dalla scelta di un cast femminile dove si salva solo la Scott Thomas, più a suo agio, in costume e senza, delle ingessate Thurman e Ricci. Quanto a Robert Pattinson, impossibile trovare uno migliore di lui per la parte del bello senza minimo talento.

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