Tra le uscite cinematografiche estive, da giovedì è arrivato nelle sale un horror, "It Follows", scritto e diretto da David Robert Mitchell e uscito all'estero già nel 2014, che rappresenta una declinazione inventiva e intelligente di un genere troppe volte simile a se stesso. Se cercate una pellicola che incuta terrore giocando su un tipo di paure spettrali e che sia soprattutto avvolta da un'atmosfera paranoica, quest'opera, ambientata in una zona apparentemente tranquilla, il sobborgo di una cittadina americana come tante, fa al caso vostro.
Jay (Maika Monroe) è una giovane ragazza che dopo un rapporto intimo con un coetaneo si ritrova a essere la vittima di una maledizione che si propaga come una malattia sessualmente trasmissibile. E' perseguitata da strane visioni e dalla sensazione che qualcuno, o qualcosa, la stia minacciando: un’entità il cui intento è ucciderla e che può prendere le sembianze di chiunque, anche di persone care. Per liberarsene c'è un'unica soluzione: fare sesso con qualcuno che diventi il nuovo obiettivo di questo essere maligno incomprensibile.
Progettato con attenzione e con una cura del dettaglio maniacale, il film ha nell'incipit una delle scene più folgoranti. Nelle scelte stilistiche emerge un'autorialità piuttosto marcata nonostante Mitchell sia solo al suo secondo lungometraggio. Soprattutto la colonna sonora, straniante e sinistra, costruita attorno a suoni elettrici disturbanti, è in grado di rendere la presenza paranormale evidente, anche se è ben inserita, in termini visivi, in una cornice quotidiana. Lo stridore musicale accompagna l'incedere di un aggressore dalle sembianze umanoidi mutevoli ma sempre riconoscibile dalla sua camminata lenta e inarrestabile. Numerosi gli echi a maestri del cinema: non ci sono solo le atmosfere cupe tipiche di David Lynch ma anche rimandi a Kubrick e ammiccamenti a Carpenter.
Il cast è costituito da attori semisconosciuti, il che giova alla credibilità di una messa in scena che intende dare vita al terrore esistenziale di ragazzi comuni. Il film è leggibile, infatti, anche come una metafora dell'isolamento mentale proprio dell'età adolescenziale (non a caso non compaiono figure adulte se non in sporadiche incarnazioni del mostro), una fase della crescita in cui molti giovani sono assaliti dalla paura invalidante di un futuro misterioso quanto funesto.
Le chiavi interpretative sono varie ma quella che vede una demonizzazione del sesso occasionale appare fuorviante e lo stesso regista, in diverse interviste, si rammarica di essere stato frainteso a riguardo. I rapporti intimi, dopotutto, nel film sono anche l'arma con cui ci si libera dal male. Nel girato ci sono vari sottotesti, complessi e ambigui, che costituiscono una risorsa ma più spesso un limite perché non padroneggiati a dovere e forieri di numerose sbavature e di piccole incoerenze.
"It Follows" resta comunque un horror atipico e interessante che coniuga alcuni vecchi stilemi di genere a tecniche moderne di regia e che, soprattutto, insinua disagio sottopelle e punta ad atterrire nella mente lo spettatore, non certo a farlo sobbalzare sulla sedia coi soliti trucchetti e scorciatoie visti e rivisti.
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