Galli della Loggia contro Alberto Angela: "Svaluta la ricerca"

Sul ‘Corriere della Sera’, lo storico e accademico ha strigliato il divulgatore più amato del piccolo schermo contestando il modo di fare tv di “Meraviglie”

Galli della Loggia contro Alberto Angela: "Svaluta la ricerca"

Alberto Angela è tornato in tv con la sua trasmissione “Meraviglie”, che ha fatto scoprire al pubblico le bellezze nascoste dell’Italia. Se portare la cultura su Rai1 il sabato in prima serata gli ha concesso grandi ascolti, riconoscimenti e cittadinanze onorarie, non tutti gradiscono il suo modo di raccontare la storia con la tecnica del romanzo. È il caso di Ernesto Galli della Loggia, storico e accademico che in una lettera aperta pubblicata sul “Corriere della Sera” non risparmia critiche al “metodo” del divulgatore più amato del piccolo schermo.

Gentile Alberto Angela, da quanto tempo non legge un libro di storia?”: si apre così l’editoriale di Galli della Loggia. Il professore ordinario di storia contemporanea e preside della facoltà di filosofia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano contesta una recente intervista di Angela, nella quale il conduttore ha dichiarato che alla storia letta nei libri “sfugge completamente la realtà”.

Alberto Angela, la strigliata di Galli della Loggia

I re e le battaglie, anche se a lei non garbano, una certa importanza tuttavia ce l’hanno, dal momento che spesso decidono di quella cosa non proprio insignificante che è il potere: chi lo esercita, in quale modo, se con la Gestapo o con il Parlamento, con quali idee e propositi”, scrive Galli della Loggia. “Capisco – aggiunge – che raccontare che cosa succedeva se uno si ammalava di peste nel Trecento appaia più avvincente (e soprattutto più adatto all’«audience» tv) che spiegare la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789: ma bisogna pur ammettere che senza la dichiarazione suddetta (e senza la vittoria francese nella battaglia di Valmy) anche tante cose di quelle che lei è così bravo a raccontare sarebbero andate in modo assai diverso o forse non ci sarebbero neppure mai state”.

L’editorialista del 'Corriere' elogia l’opera di divulgazione fatta da Angela, ma lo ammonisce “di non far credere di raccontare chissà quali mirabolanti novità quando viceversa si parla di cose da tempo acquisite al sapere dalla ricerca professionale”. Quello di “Meraviglie”, che ha raccontato il passato con “una serie slegata di curiosità e stranezze”, è – secondo lo storico – “un modo per svalutare la ricerca stessa e i suoi addetti, per abbassarne l’immagine e la considerazione agli occhi dei più.

Se una sua trasmissione proclama di rivelare cose mai sapute prima o quasi, di fare storia in un modo prima mai visto, che figura ci fanno i cosiddetti competenti? Che li manteniamo a fare con il pubblico denaro? si chiede la gente”.

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