"Genitori vs Influencer". La commedia all'italiana ora viaggia sui social

Il film di Michela Andreozzi racconta un conflitto generazionale diventato virale

"Genitori vs Influencer". La commedia all'italiana ora viaggia sui social

Steven Soderbergh, regista famoso, monta lenti Canon sul suo iPhone e gira film assai interessanti, né è l'unico. Perché ormai il cellulare sembra la protesi indispensabile della vita contemporanea, come ha dimostrato il successo globale di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, film venduto in tutto il mondo.

E adesso Michela Andreozzi cerca un exploit analogo con Sky, che a Pasqua, quando saremo belli reclusi a casa, manderà in streaming (in contemporanea con Now) Genitori vs Influencer. Una commedia corale per tutta la famiglia, dato il tema scaltro: da una parte, papà e mamma che sbuffano, perché per staccare i pargoli dal cellulare «serve il metadone» (così il protagonista Fabio Volo); dall'altra i membri della «generazione Z» (nati tra il 1997 e il 2012), tutti TikTok, hashtag, shitstorm, che fai, mi blasti? Con le sale cinematografiche sepolte dal Covid, la Andreozzi, alla sua terza regia, si dichiara «felice di poter offrire alle famiglie un piccolo momento di svago, stando seduti sul proprio divano: questa è la mia commedia più family e la considero il mio regalo di Pasqua per tutto il pubblico che ama il cinema».

E che cosa c'è dentro l'ovetto, confezionato con Fabio Volo, papà vedovo che asfissia la figlia adolescente (Ginevra Francesconi), sempre attaccata al suo cellulare, mentre «verba volant, social manent», per dirla con il preside del liceo dove il babbo insegna filosofia? Una paraculata all'italiana: un affettuoso condominio della Garbatella, quartiere di Roma noto dalla saga tv de I Cesaroni, popolato da Nino Frassica - «Gli haters? Io conosco solo Heather Parisi», dice lui, e «Io non frequento i social: sono fermo al tostapane» - e Paola Minaccioni, single che figura da lesbica, perché vive da sola; una scuola il cui preside scafatissimo (Massimiliano Bruno) invoca corsi da influencer per richiamare allievi e un'influenzatrice vera, Giulia De Lellis, che fa se stessa, tra limousine a noleggio, prodotti da sponsorizzare e lustrini stile Ferragni. E poi Barbara D'Urso e Alessia Marcuzzi, utili icone tv, «perché siamo abituati ad avere un link diretto con i social network», riflette la regista.

La quale, per scrivere la sceneggiatura con Fabio Bonifacci ha lavorato per un anno su veri profili social, riversandoli nel film tramite ristoranti, geolocalizzazioni, marchi, al fine di mescolare realtà (leggi: «product placement», ovvero: collocamento del prodotto) e metalinguaggio social.

Il risultato, tuttavia, non è allarmante: qui non si parla di ragazzini che si strangolano in bagno, seguendo una sfida su TikTok. Qui bisogna far sorridere e il gioco riesce. «Non so se questa generazione Z sia rapita dai social. Credo abbia acquisito un certo equilibrio nella gestione di tali mezzi. Detto ciò, i social, anche per il periodo che stiamo vivendo, sono entrati a far parte di tutti, li usano anche i nonni, per comunicare con i nipoti. Sono diventati the new muretto, the new discoteca, the new piazza», scandisce la Andreozzi. E mentre Sky già pensa a un seguito, magari intitolato «Influencer vs Influencer», Fabio Volo loda il lavoro degli influenzatori, che però nel film, da padre trombone arcinemico dei cellulari, definisce «imbecilli che non sanno fare altro nella vita», oppure «fuffa mischiata al nulla».

«L'influencer? Un lavoro meraviglioso: da vent'anni ho un programma radiofonico, nel quale suggerisco un libro che ho letto e, dopo, vedo che balza in classifica. L'umanità si è evoluta perché s'influenza a vicenda.

È importante il tema, non lo strumento: oggi su Internet ci sono stupendi corsi di filosofia, prima dovevi andare in biblioteca», filosofeggia Volo, che avrebbe voluto insegnare.

Quanto ai leoni da tastiera e agli haters, che si divertono a sfogare le loro frustrazioni online, l'attore ricorda che prima lo insultavano via fax, poi via mail, infine tramite Instagram e se ne è fatta una ragione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica