Dopo il successo di “Restaurant Swap – Cambio Ristorante”, Gino D’Acampo torna protagonista con un altro divertentissimo programma, un road trip in compagnia di due amici d’eccezione: la superstar scozzese Gordon Ramsay e il celebre maître d’hotel francese Fred Sirieix. A bordo di un camper viaggeranno tra l’Italia, la Scozia e la Francia, alla scoperta dei luoghi d’infanzia che hanno rappresentato il loro primo passo verso il successo. Un road trip divertentissimo, assolutamente da non perdere che mescola tradizione, divertimento e buona cucina. Noi abbiamo incontrato Gino D'Acampo alla vigilia del suo debutto con il nuovo programma e in questa intervista ci ha anche svelato il segreto del suo successo e di come, partito con un piccolo sogno dall’Italia, è arrivato in Inghilterra diventando amatissimo… e milionario.
Un italiano, un inglese e un francese, sembra quasi l'inizio di una barzelletta, che poi in realtà si è avverata perché con Gordon Ramsy e Fred Sirieix vi siete divertiti. Come è nata l’idea di questo viaggio?
“Proprio come una barzelletta, che è stato poi il motivo per cui ho accettato di fare questo show quando me lo hanno proposto. Perché l'unica cosa che dovevamo fare era divertirci e far divertire. Noi siamo amici da tanto tempo, con Gordon Ramsy ci conosciamo da 20 anni e con Fred da 7, quindi l’intesa è stata perfetta da subito”.
Perché ha deciso di partire dall'Italia per fare lo chef a Londra?
“Venticinque anni fa quando decisi di partire, avevo due opzioni: l'America o l'Inghilterra, perché in quel periodo erano questi i paesi dove che se avevi qualche sogno e un po' di buona volontà potevi fare successo. L'America però era troppo lontana per me, l'Inghilterra solo un paio di ore di volo ed ho scelto quella anche perché all’epoca avevo conosciuto quella che è attualmente mia mogli e quindi avevo già un appoggio".
Quale è stata la differenza che ha fatto lei tra i mille che ci hanno provato?
“Io non ho fatto altro che usare, la cosa bella che abbiamo e che tanti italiani ancora non hanno capito. Siamo un popolo di artisti che è amato in tutto il mondo e a livello culinario siamo senz'altro i numeri uno. Quindi io ho un po' preso il meglio dell'Italia e l'ho proposto in Inghilterra".
Cosa amano di lei gli Inglesi e dei suoi piatti?
“La semplicità, perché prima ancora che io iniziassi a fare televisione, una ventina di anni fa, molti piatti italiani venivano proposti in maniera molto complicata, come d'altronde sta succedendo anche oggi. Io invece sono arrivato e ho ricordato cosa significa fare uno spaghetto con le vongole, una bella bruschetta con il pane tostato bene, l'aglio e il basilico fresco. Ho proposto una cosa semplice e buonissima come possono essere i calamari fritti. Sono andato lì per dire: ‘Voi conoscete tutte queste cose,complicate che questi super chef vi propongono, ma non dimenticate che la cucina italiana di base è una cucina colorata, semplice e con tanto sapore’ e li è stata secondo me la mia mossa vincente".
Come è riuscito da cameriere a diventare uno chef da svariati milioni di pound?
“In realtà io ho l'esperienza di cameriere solo per otto mesi, perché da ristoratore, prima di aprire il mio primo ristorante volevo sapere come funzionavano le cose fuori dalla cucina. Un ristoratore vero, deve avere esperienza sia in cucina che in sala, altrimenti il ristorante non lo capisci. Ho fatto la scuola alberghiera, sono qualificato da Masterchef e ho sempre fatto il cuoco, ma quell'esperienza, mi ha allargato gli orizzonti, ed ecco perché sono riuscito ad avere successo, perché quando ho aperto il mio primo ristorante a 21 anni, sapevo già tanto della ristorazione, cose che altri non sapevano".
Tornando al programma in onda dal 2 luglio su DPlay-Plus cosa ha portato l'incontro tra la cucina inglese di Gordon e quella Francese di Fred?
“All'inizio Gordon diceva che la cucina inglese e scozzese era la migliore del mondo, Fred diceva lo stesso di quella francese, però alla fine è chiaro che in realtà tutti e due sapevano benissimo che la cucina italiana è la numero uno ed è sempre stata la numero uno. Però anche io da loro ho imparato tante cose dalla cucina francese, e di quella scozzese/inglese, anche se, e voglio ripeterlo, quella che è sempre più completa è sempre rimarrà è la nostra cucina italiana".
Cosa ama dell'Inghilterra e cosa invece le manca dell'Italia?
“Dell’Inghilterra amo il fatto che il popolo inglese vive e lascia vivere, non ci sono pregiudizi, hanno una mentalità molto aperta, e se si ha ‘mezzo cervello’ come il mio e tanta buona volontà, si può avere successo. Un italiano in Inghilterra che non ha successo vuol dire che non si è impegnato troppo o non vuole averlo. Quello che mi manca dell’Italia è sicuramente il calore umano che gli inglesi non hanno perché sono un po' più freddi”.
Ospite fisso nel programma del mattino in Inghilterra, vincitore di reality e anche imprenditore. Come fa a fare tutto?
“Mi ritengo una persona molto organizzata, ma a differenza di chi usa la tecnologia io uso ancora il diario e la penna e la matita e la cosa funziona alla perfezione”.
Dopo tanta esperienza televisiva, preferisce la tv o sempre meglio la cucina?
“Io l’ho sempre detto, il sogno televisivo non è mai stato il mio obiettivo. Faccio televisione come dico io, in una maniera molto comoda e a modo mio, per questo è sempre andata bene. In realtà preferisco stare in cucina nei miei ristoranti. Mi piace parlare con i clienti, creare ricette nuove con i miei chef, perché amo imparare cose nuove. La cucina italiana è immensa, abbiamo tante regioni, quindi quando magari arriva lo chef calabrese, o quello del Molise e della Puglia amo imparare nuove ricette che non conoscevo. La cucina mi ispira di più della televisione".
Del lungo viaggio con Gordon e Fred cosa ricorda con maggior piacere?
“Penso che il momento più bello è stato quando li ho portati a Napoli perché nè Fred nè Gordon l’avevano mai vista. Per me è stato un piacere e un onore. Gli ho fatto girare la città con la Vespa per fargli proprio capire cosa significa la vita napoletana. E' stato molto emozionante portare Gordon Ramsay che è lo chef più famoso aò mondo a Napoli”.
Hai vinto tante volte nella vita, ma c'è stato anche qualche errore…
"Io non li chiamo mai errori, perché la trovo una bruttissima parola. Sono sempre esperienze importantissime che se non fai, non riesci a capire quelle positive. Fa parte della crescita dell'uomo, l'importante è imparare. Il mio consiglio è quello di non di demoralizzarsi, anzi il contrario, se tu fai un'esperienza negativa significa che sei già avvantaggiato rispetto dagli altri e già sai quello che non devi fare in futuro”.
Qualcuno dei reali è mai venuto a mangiare nei suoi ristoranti o le hanno mai chiesto di preparargli uno dei tuoi piatti?
"Certo io ho cucinato per il principe Carlo che ho conosciuto negli studi del programma 'This Morning', gli ho preparato uno stufato di manzo con le olive taggiasche e le cipolle che gli è piaciuto tantissimo. Ha fatto anche il bis".
Cosa salverebbe della cucina inglese
"Fish and Chips, una delle cose migliori che loro fanno. Hanno creato questo merluzzo fritto con un'impanatura fantastica leggera e molto croccante. Una cosa talmente semplice un po' come la nostra pizza. Cibi fatti per il popolo che danno molta soddisfazione se cucinati bene”.
Due piatti che invidia a Gordon e a Fred
“A Fred, invidio la sua conoscenza dei vini, una cosa che io non ho. A me piace bere, ma mi vorrei avere una conoscenza maggiore.
Mi piace anche come li descrive, lo ascolterei per ore. Un piatto che invece invidio a Gordon è il Beff Wellington (un filetto di manzo, cosparso di paté e avvolto nella pasta sfoglia ndr) il “suo senza dubbio è il migliore al mondo.
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