The Handmaid's Tale terza stagione: "benedetta sia la lotta"

The Handmaid's Tale, serie tv distopica con protagonista Elisabeth Moss, torna con una terza stagione all’insegna della rivolta

The Handmaid's Tale terza stagione: "benedetta sia la lotta"

The Handmaid's Tale, la serie tv di Hulu, disponibile in Italia su TimVision, riparte dal 6 giugno con la terza stagione, decisiva per la storia di June Osborne/Difred, interpretata ancora da un’eccezionale Elisabeth Moss.

Nei nuovi 13 episodi vedremo la resistenza delle Ancelle, e non solo, che si farà sempre più determinata. Il mondo distopico raccontato nelle prime due stagioni potrebbe quindi subire un ribaltamento con una presa di coscienza non più circoscritta a Difred o alla compagna Emily (Alexis Bledel).

The Handmaid's Tale ormai è un successo acclarato: la critica pressoché unanime, i riconoscimenti ai Golden Globes e gli Emmy lo certificano. Basata sul romanzo di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella”, la serie, a partire dalla seconda stagione, si è distaccata da libro, mantenendo tuttavia coinvolta la scrittrice. Nella prima stagione abbiamo esplorato la società di Gilead, nella seconda invece abbiamo visto le prime concrete ribellioni e fughe, fino ad una coesione tra le Ancelle affiancate da possibili alleati, come per la signora Waterford o il Comandante Lawrence.

Eresia: per questo ti puniscono. Non perché fai parte della Resistenza, perché ufficialmente non c’è resistenza. Non per aver aiutato qualcuno a scappare, perché ufficialmente non c’è una via di uscita. Ti impiccano perché sei un eretico, non un martire”. Così June dichiara guerra a Gilead e alla sua oppressione.

Lo showrunner Bruce Miller presentando il nuovo capitolo di The Handmaid's Tale ha detto: “Se la prima stagione riguardava la sopravvivenza e la seconda la maternità, la terza riguarda davvero la lotta”.

Nei nuovi episodi quindi il tema centrale sarà la ribellione: June ha deciso di non scappare in Canada, vuole restare per ricongiungersi con la figlia Hannah e distruggere dall’interno quella dittatura che ha separato la sua famiglia e relegato le donne al ruolo di incubatrici.

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