È una Hilary Mantel molto diversa, quella di Un esperimento d'amore, romanzo finora inedito in Italia, anche se risale al 1995, e che è ora pubblicato da Fazi, come tutte le altre opere della scrittrice del Derbyshire. Non è la Hilary Mantel regina del romanzo storico, non è, quindi, la Hilary Mantel della trilogia dei Tudor, di Enrico VIII e Cromwell, né quella della Storia segreta della rivoluzione, di Robespierre e Danton e Desmoulins: qui l'autrice britannica è in veste più intima, alle prese non con la Storia bensì con una storia piccola, personale, quella di Carmel McBain, che dalla provincia del Lancashire, dove è cresciuta in una famiglia cattolica di origini irlandesi, si trasferisce a Londra, in cerca di indipendenza e di una vita migliore.
Carmel è una ragazza qualunque, senonché proprio in questa sua normalità si nasconde tutto ciò che si muove nell'animo umano, le sue passioni, i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue mille delusioni, i tradimenti perpetrati e subiti, le umiliazioni a valanga, gli ostacoli che si presentano fin dalla più tenera età, quella che dovrebbe essere l'epoca felice dell'infanzia. Ma, su questo, la protagonista è molto chiara: per lei l'infanzia è durata fin troppo. E anche la gioventù non è che sia stata una passeggiata. Dopo il collegio dalle suore, con tanto di dura prova di ammissione, Carmel riesce a ottenere una borsa di studio per andare a studiare Legge a Londra: sono gli anni Sessanta, la cattolica Carmel arriva in dormitorio dalle suore con la minigonna, va dalla dottoressa a farsi prescrivere la pillola anticoncezionale, ha un «fidanzato» fisso che ama, e qualche ragazzetto che le gira intorno, «dei Roger», maschi che non contano, così come non contano «le Sophie», quelle giovani di buona famiglia che la circondano, guardandola dall'alto in basso, giudicandola «una commessuccia».
Quanto dolore c'è nella vita di Carmel, che vive lesinando i centesimi e non può permettersi un pasto decente, che condivide stanza e amicizie con giovani ricche come Julianne, e che aspira diventare la prima donna a capo del governo inglese? La risposta è: moltissimo, e Hilary Mantel non ce lo risparmia, pur sotto un velo satirico.
A mano a mano ci fa addentrare in quel «lavoro a maglia» che è la storia personale di Carmel: il rapporto con la madre perennemente arrabbiata col mondo, la relazione di odio e affetto con l'emarginata Karina, le riunioni surreali dei laburisti e la miseria in cui arranca, che alla fine si trasformerà in malattia, del corpo e dell'anima. Se diventare adulti ha un prezzo, Carmel e Hilary Mantel sanno bene quale esso sia.
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