Hollywood in silenzio sulle donne afghane. E a far parlare la rivolta sono le voci italiane

A due settimane dalla caduta di Kabul nessuna mobilitazione delle star del cinema. Le doppiatrici italiane invece, le migliori del mondo, raccolgono l'appello della regista Sahraa Karimi e realizzano un video di rabbia e solidarietà per le ragazze afghane. Con le voci di tutte le dive da Angelina Jolie a Nicole Kidman, da Jennifer Lopea a Sharon Stone. Per non dimenticarle

Hollywood in silenzio sulle donne afghane. E a far parlare la rivolta sono le voci italiane

La loro è una lotta senza speranza ma «la vita senza libertà - scriveva il poeta libanese Khalil Gibran - è come un corpo senza lo spirito». Le ragazze di Kabul, di Kandahar, di Herat, le donne dell’Afghanistan sono rimaste sole, chiuse in un bunker, isolate in un mondo di secoli fa e che il tempo, quello che verrà, seppellirà tra breve nel silenzio. «Non ci metteranno la museruola, non ci chiuderanno in casa, non siamo più le donne di vent’anni fa» hanno urlato marciando senza burqa sul viso verso la capitale le ragazze di Kabul: per disperderle i talebani hanno dovuto prenderle a bastonate «ma tante di noi - ha detto Fawzia Wahdat, giornalista, attivista e figlia dell’Afghanistan degli ultimi vent’anni - sono pronte a mettersi in gioco, anche a pagare con la vita». Non è più il momento di subire, spiega, «cerchiamo la solidarietà internazionale», la sorellanza globale che perònon c’è. Non ci sono mobilitazioni di massa per loro tantomeno di piazza, tantomeno da parte di Hollywood, la Mecca del cinema di solito così sensibile su altri temi a metterci la faccia, niente gesti simbolici da consegnare alla viralità del web, niente plateali proteste incatenate davanti al Campidoglio, qualche comodo tweet di solidarietà, qualche appello generico buttato sui social, qualche contributo di facciata ma niente di più. Ma se i divi di Hollywood disertano la lotta per i diritti delle donne e per salvare tre milioni e mezzo di afgane, le loro voci italiane scendono in trincea senza paura, si battono per le donne rimaste sole a combattere una battaglia impari, danno voce a chi non ce l’ha.

Ecco allora le voci di Angelina Jolie e Scarlett Johansson, di Uma Thurman e di Jodie Foster, di Gwyneth Paltrow e di Rachel Weisz, di Juliette Binoche e di Cameron Diaz, di Liv Tyler e di Meg Ryan, di Nicole Kidman e di Jessica Biel, di Jennifer Lopez e di Anne Hathaway, di Sharon Stone, Dakota Johnson e Kate Winslet. Hanno risposto loro all’appello della regista afghana Sahraa Karimi «per favore, aiutateci a informare i media di quello che accade in Afghanistan, siate la nostra voce».

]Sono state loro, le doppiatrici italiane, un’eccellenza riconosciuta nel mondo, a mobilitarsi, a parlare per chi non può realizzando questo video suggestivo, drammatico, tenero, solidale che trovate nel link. Le voci sono loro, il testo di Sahraa Karimi. «Abbiamo risposto subito, anche se dal punto di vista organizzativo non èstato facile visto che molte di noi erano in vacanza e altre non hanno potuto dare il proprio contributo - spiega Sara De Santis, attrice e dialoghista, che ha promosso l’iniziativa in collaborazione con Anad, l’Associazione Nazionale Attori Doppiatori - Ci siamo radunate il piùrapidamente possibile, ognuno come poteva, ma siamo state le prime a muoverci, anche come Paese non solo come categoria. Ma se non ci sono tutte con la voce ci sono tutte con il cuore». Il cast è nutrito e di prestigio: Emanuela Baroni, Laura Boccanera, Claudia Catani, Chiara Colizzi, Domitilla D’Amico, Valentina Favazza, Francesca Fiorentini, Chiara Gioncardi, Francesca Guadagno, Ilaria Stagni, Giuppy Izzo, Alassandra Korompay, Giorgia Lepore, Francesca Manicone, Stella Musy, Claudia Razzi, Laura Romano e Guendalina Ward. Ci sono anche tre voci maschili a dar manforte: Flavio Aquilone, Alessio Cigliano e Alessandro Quarta. «Abbiamo mandato il video a Sahraa Karimi, ci ha ringraziato, era felicissima. Ormai c’è un legame con lei». Non solo voce. «L’Associazione Doppiatori è stata anche la prima a fare un’azione concreta, di prima accoglienza insieme alla comunità di Sant’Egidio – aggiunge Sara De Santis - Non hanno messo solo le voci, ma anche cuore e mani». Una lezione. Se dopo più di due settimane dalla caduta di Kabul, Hollywood tace e resta blindata nei salotti pazienza. La ribellione delle donne afghane parla italiano. E ha la voce della libertà.

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