Le Iene e i 3 errori nel caso Casellati

Sulla presidente del Senato cade la gogna del privilegio: eccessivo utilizzo dei voli di Stato, le vacanze, il parrucchiere. Ed ecco confezionata la notizia a base di sensazionalismo

Le Iene e i 3 errori nel caso Casellati

Il servizio andato in onda martedì sera durante la trasmissione LE IENE mi pare sia un esempio concreto di quel processo volto a rompere il rapporto fiduciario tra i cittadini e le istituzioni, in particolare avverto il tentativo di attuare quel processo che vuole minare le fondamenta della libertà dei cittadini. In che modo? Innanzitutto è stato cancellato il valore della cultura, dello studio, dell’approfondimento: il fatto è che, però, senza conoscenza non si riesce neanche a pensare e ad orientarsi fra le svariate narrazioni della realtà, spesso contraddittorie. Risultato: si diventa facilmente manovrabili. Il secondo passo è stato ledere il rapporto fiduciario fra i cittadini e la magistratura: occorre, infatti, ricordare il principio secondo il quale, fino al terzo grado di giudizio, l’indagato è innocente. Ricordare questo principio è un atto dovuto a quei magistrati eroici che danno la vita per i cittadini. Il terzo e ultimo passo è muovere accuse infondate contro le massime cariche dello Stato che, guarda caso, rappresentano il volto pulito della Nazione.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato accusato, negli ultimi anni, di non consentire agli eletti di governare: peccato, poi, per il fatto che proprio chi lo accusava si è trovato costretto a salire al Colle per implorare aiuto nel sanare la litigiosità interna. E i cittadini pagavano, intanto, con una crisi economica senza precedenti. Ma il Presidente Mattarella, da servitore del Paese, con un lavoro indefesso, continua a servire e a custodire la classe politica e i cittadini. Poi è venuta la volta del Premier Mario Draghi, accusato di scarsa empatia e scarne dichiarazioni. Proprio lui, impegnato a traghettare l’Italia fuori da una crisi senza precedenti, crisi dovuta anche al chiacchiericcio che ha generato confusione. Anche lui, come il Presidente Mattarella, prosegue con il suo lavoro, a testa bassa, con tutto il Governo, e scrive una nuova pagina di storia fatta di istituzioni al servizio dei cittadini. Ora tocca alla presidente Maria Alberti Casellati. Su di lei cade la gogna del privilegio: eccessivo utilizzo dei voli di Stato, le vacanze, il parrucchiere. Ed ecco confezionata la notizia a base di sensazionalismo. Ci sono tutti gli ingredienti per lo scandalo: il falso pietismo, lo sdegno per i soldi pubblici sprecati mentre la gente muore di fame, la morale. E così si monta lo sdegno fra i cittadini che, in realtà, rimangono danneggiati e isolati. Tutto questo dimostra chiaramente che il rispetto della dignità della persona e delle istituzioni è un principio etico.

La verità sui voli è questa. Quella porzione di verità omessa. I voli di Stato sono previsti per le massime cariche, non solo per garantirne l’incolumità ma anche per tutelare i passeggeri che, insomma, non hanno fatto nulla di male per trovarsi nella carrozza che salta per aria… Ma la Presidente del Senato Casellati ha scelto per gli anni 2018 e 2019 di viaggiare in treno. Le piace viaggiare in treno perché pensa, studia: è noto a tutti, tranne al giornalista che probabilmente ha ritenuto poco funzionale allo scoop, che la Presidente sia una stacanovista. Carriera di indiscutibile profilo, ore e ore in ufficio, un alto senso delle istituzioni tanto da tenere aperto il Senato in tempi di Covid. Altissime le misure di sicurezza per consentire ai senatori di essere presenti, lei stessa per tre mesi non si è mossa da Roma. In un ordine di priorità, eravamo in tempi di pandemia, annullati tutti i convegni, era necessario che il Senato funzionasse, considerato che, oltre all’emergenza sanitaria, era da affrontare anche quella democratica, con un Governo che procedeva a colpi di DPCM e, dal dicembre 2018, agiva a colpi di voti di fiducia. Non a caso, il Presidente Mattarella è intervenuto e ora siamo passati ad un Governo di unità nazionale. Ma al giornalista non serve questo pezzo di verità: una donna, una mamma, una nonna, lontana dagli affetti. Si tratta di scelte: chi decide di servire la nazione lo fa fino in fondo.

Andiamo avanti: i voli di Stato sono previsti e spesati sia che volino, sia che non volino per 350 ore annue ciascuno. Quindi i sei Falcon sono pagati per volare o non volare. Quindi non è chiaro dove sarebbe lo spreco, se la seconda carica dello Stato ha preso per un centinaio di ore l’aereo per ragioni istituzionali, per risparmiare tempo, per essere a Milano, prossima ai cittadini, insomma per fare il suo dovere. Inoltre ai cittadini contribuenti non è chiara la ragione per la quale avrebbero dovuto pagare i sei Falcon per non volare e in più pagare la macchina, l’aereo di linea alla Presidente per svolgere il proprio servizio. Lo chiedo alla giornalista e ai suoi intervistati. Geniale la proposta del doppio costo e dello spreco di tempo sottratto ad un Paese che vive una emergenza senza precedenti. Da economista sono sbigottita nel non averci mai pensato prima di ieri.

Ancora: la scorsa estate la Presidente Casellati è andata in vacanza con il marito (peccato per le centinaia di emendamenti da studiare che si è portata in borsa) in un tempo di crisi, quella aperta da Salvini, e lei doveva essere reperibile e recarsi a Roma in breve tempo e con nessun preavviso. Allora, ragazzi, per concludere, la vicenda ci insegna che 1) “uno non vale uno” senza equità non c’è progresso e non c’è sviluppo, bensì schiavitù la vostra in questo caso; 2) è necessario approfondire, perché la verità è sempre più complessa di quella che ci viene descritta; 3) occorre fare l’analisi costi/benefici. Ci sono dei costi cattivi che producono povertà e dei costi buoni che producono progresso: alto senso civico, servizio della nazione, cultura e competenza.

Papa Giovanni Paolo II è rimasto nei cuori di molti per la sua capacità di farsi vicino: viaggiava molto, raggiungeva tutti; eppure, anche a lui si rimproverò proprio che sprecava i danari della Chiesa, dei poveri, per i suoi viaggi.

Giuda Iscariota, che teneva la cassa dei Dodici, rimproverò la donna che sprecava il nardo che poteva essere venduto e dato ai poveri. Lui, però, non rifiutò i trenta denari. Carissimi, la domanda rimane sempre la stessa: tu che parli, tu che scrivi, cosa stai vendendo? Io, ve lo assicuro, vendo una disperata voglia di libertà.

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