Ilaria D'Amico: ''Io e Gigi non passiamo la vita avvinghiati''

Ilaria D'Amico confessa: ''Stando alle foto che pubblicano di noi, io e Gigi passiamo la vita avvinghiati. Ci vogliamo molto bene ma non è esattamente così''

Ilaria D'Amico: ''Io e Gigi non passiamo la vita avvinghiati''

Ilaria D'Amico, pronta al debutto stasera con Champions League Show, si confessa in una lunga intervista al Corriere della Sera tra calcio, amore e nuovi progetti lavorativi.

La conduttrice si dice entusiasta per l'inizio della nuova stagione: ''Il calcio è nella mia pelle. Lo racconto a Sky dal 2003 e la scorsa è stata una stagione d’oro. Il problema è che mi diverte ancora moltissimo e il mio editore mi consente di plasmare un prodotto in cui c’è attenzione per ogni dettaglio''.

Ha finalmente ritrovato la serenità grazie alla relazione con Gigi Buffon, rapporto che cerca di tenere quanto più lontano dai social: ''Stando alle foto che pubblicano di noi, io e Gigi passiamo la vita avvinghiati. Ci vogliamo molto bene ma non è esattamente così. Che dire, non è che l’abbia presa bene, no. Anche perché non sono mai stata una persona che ama molto raccontarsi: facciamo la nostra vita, usciamo, ma evitiamo i posti mondani e proviamo a vivere una vita piuttosto riservata. A questa indagine costante della mia vita, in cui ci si chiede ogni giorno se sono incinta o no, non mi ci sono ancora abituata. Capisco il gioco delle parti, ma non mi piace. Per me sarebbe una fatica folle raccontare il mio privato. Poi, dover pubblicare quelle foto finto-naturali o dei momenti di gioia esibita... non fa per me. È quasi sempre una traslazione della realtà non si sa quanto veritiera''.

L'amore per la politica, Ilaria non nasconde l'altra passione dopo il calcio: ''Anche lì, quello che più amo è far emergere le sfumature, le contraddizioni. Non me ne occupo più dal 2015 ma non ho mai smesso di seguirla'' rivelando l'intenzione di tornare ad occuparsene: ''Prima non potevo. Perché tutto funzionasse nella mia vita servivano energie e dedizione.

Banalmente, altrimenti a Parigi come ci andavo? Per far funzionare il nucleo mio e di Gigi bisognava fare così e la prova che le cose sono andate bene è che quando abbiamo detto ai bimbi che l’esperienza in Francia finiva erano tutti dispiaciuti: segno che eravamo riusciti nella nostra impresa. Ad ogni modo, ora che tutto si è ricomposto credo che le mie due passioni possano tornare a coesistere''.

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