Inferno - che andrà in onda questa sera su TV8 alle 21.30 - è il terzo film che vede Tom Hanks indossare i panni del professor Robert Langdon, dopo Il codice Da Vinci e Angeli e demoni. Si tratta di un personaggio nato dai bestseller firmati da Dan Brown, autore anche di Il simbolo perduto e Origin, altri due capitoli incentrati su Langdon.
Inferno, la trama
Diretto da Ron Howard, Inferno prende il via quando il professore Robert Langdon (Tom Hanks) si sveglia in un ospedale di Firenze, senza sapere come ci sia arrivato o cosa sia successo. Raggiunto da un colpo d'arma da fuoco e quindi ancora convalescente, il famoso esperto di simbologia non è in grado di rimettere in ordine i suoi pensieri ed è costretto a fronteggiare quella che è evidentemente una forma di amnesia temporanea. Langdon cerca di riprendere possesso delle sue facoltà mentali sotto le cure della dottoressa Sierra (Felicity Jones), ma la tranquillità del nosocomio viene interrotta quando una donna prova a uccidere il professore.
Salvato da Sierra e in contatto con vecchi amici, Robert Langdon scopre pian piano di aver cominciato a fare delle ricerche sul poeta Dante Alighieri. Ricerche che sembrerebbero ricollegarlo a Bertrand Zobrist (Ben Foster), un miliardario ossessionato dall'autore de La Divina Commedia che era sul punto di liberare un virus letale sulla Toscana e, in generale, sul mondo. Zobrist, reso folle dall'idea di voler curare la sovrappopolazione, si era gettato da un campanile senza consegnare alle autorità le fiale con il veleno. Robert capirà così che la sua vita è in pericolo e che, soprattutto, all'orizzonte esiste la possibilità che qualcuno stia progettando una terribile pandemia che potrebbe dimezzare l'umanità.
Covid e lieto fine: differenze tra libro e film
Inferno di Ron Howard è una pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Dan Brown, ma come spesso accade quando si ha a che fare con delle trasposizioni cinematografiche i due media hanno delle differenze alquanto importanti. Era già avvenuto con lo Shining di Stanley Kubrick, e l'ultimo film di Tom Hanks nei panni di Robert Langdon non fa differenza. Per chi ha letto il libro di Dan Brown appare evidente che alcuni colpi di scena e alcune svolte narrative nel percorso che Robert e Sierra affrontano mentre sono alla ricerca del virus sono diversi rispetto al libro. Come spiega Bustle, Ron Howard ha fatto questi "piccoli" cambiamenti essenzialmente per risparmiare tempo. Il regista ha detto: "I libri di Dan Brown - e lui è il primo a dirlo - durerebbero cinque o sei ore se fossero adattati in modo letterale".
E sebbene questi piccoli cambiamenti non vanno a cambiare la struttura generale dell'opera, lo stesso non si può dire del finale: il film e il libro, infatti, hanno una conclusione decisamente diversa tra di loro, una conclusione che cambia del tutto il messaggio della storia e la sua risoluzione. Senza fare spoiler al pubblico, il libro di Dan Brown differisce dal film per il suo essere decisamente più pessimistico. Se Hollywood ha bisogno del lieto fine a ogni costo - specie quando di mezzo c'è un eroe positivo come Tom Hanks - Dan Brown ha scritto un libro in cui l'umanità si trova costretta a fronteggiare i propri errori e in cui la sovrappopolazione è davvero un problema che rischia di far collassare ogni cosa. Sebbene ci sia comunque l'eco di un lieto fine e della riuscita dell'eroe, il libro di Dan Brown tratta il virus come un male quasi necessario, qualcosa che non può essere fermato del tutto e che ha bisogno della scienza e delle cure per far sì che i problemi vengano arginati.
Una chiave di lettura, quella di Dan Brown, che si sposa perfettamente con la società attuale, dove la pandemia da Covid-19 non è stata tenuta sotto controllo e in cui i vaccini sono la cura per cercare di frenare l'avanzata di un male che ha fatto moltissime vittime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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