Kevin Spacey è innocente, non ha molestato Anthony Rapp nel 1986: questo il verdetto della giuria del tribunale di New York. Una sentenza che pone fine a una delle vicende più delicate che hanno coinvolto l’attore americano, estromesso dal mondo del cinema per le numerose accuse di abusi sessuali. Il dibattimento si è concentrato su una presunta violenza avvenuta a New York City, quando Rapp – all’epoca 14enne – era un attore in rampa di lancio.
“Kevin Spacey non è responsabile”
Kevin Spacey nel 1986 era un attore quasi sconosciuto, noto per qualche commediola di Broadway. Secondo Rapp, il volto di “21” avrebbe tenuto una“cattiva condotta sessuale” al termine di una festa, anche a causa dello stato di ubriachezza. Un episodio taciuto per decenni e reso noto anche grazie all’esplosione del movimento #MeToo nel 2017.
Dopo tre settimane di testimonianze, accuse e difese – l’avvocato di Rapp, Richard Steigmann, ha chiesto 40 milioni di dollari di danni – la giuria ha riconosciuto la non colpevolezza del protagonista di “American Beauty”. Secondo i giurati, Rapp non ha dimostrato che Spacey "ha toccato una parte sessuale o intima". Il giudice Lewis Kaplan ha così formalmente respinto il caso.
Le pesantissime accuse di Rapp del 2017, seguite da quelle di altri uomini, hanno interrotto bruscamente la carriera in ascesa di Kevin Spacey. Il due volte vincitore dell’Oscar ha perso il lavoro nella serie “House of Cards” e ha visto sfuggire altre opportunità. L’unico ad aprirgli la porta è stato Franco Nero, che lo ha arruolato per il suo nuovo film “L’uomo che disegnò Dio”.
Dopo alcune archiviazioni e diverse accuse ritirate, Spacey dovrà
rispondere dell’accusa di aggressione sessuale nei confronti di tre uomini tra il 2004 e il 2015. All’epoca l’interprete era direttore del teatro Old Vic di Londra. Come in questo processo, si è sempre dichiarato non colpevole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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