"Apra le gambe e mi faccia vedere": Giorgia Soleri racconta il dramma dell'aborto

Giorgia Soleri parla del suo aborto e tira in ballo in femminismo degli anni Settanta per criticare i protocolli italiani in materia di ivg

"Apra le gambe e mi faccia vedere": Giorgia Soleri racconta il dramma dell'aborto

Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano dei Maneskin, ha scritto un lungo articolo per La Stampa in cui parla della sua esperienza con l'aborto. Com'è noto, Giorgia Soleri ha scelto di abortire a 21 anni. Il racconto di quest'esperienza, dolorosa per ogni donna, è diventato uno dei punti di ancoraggio di Giorgia Soleri al suo pubblico, alle migliaia di ragazze che la seguono sui social. In Italia, l'aborto è stato normato nel 1978 con la legge 194 e prevede uno specifico iter clinico e psicologico per accompagnare la donna alla decisione di abortire volontariamente entro i paletti stabiliti dalla legge. Trattandosi di un procedimento medico, le cautele sono dovute e questo anche a tutela della salute della donna.

"Ah, voi giovani che scopate senza precauzioni e poi pensate di usare l'aborto come contraccettivo si sdrai sul lettino a gambe aperte, vediamo cos'ha combinato", avrebbe detto la ginecologa a Giorgia Soleri, una volta arrivata in consultorio. Da quel momento, avendo lei dichiarato di voler intraprendere un percorso di interruzione volontaria di gravidanza, è iniziato l'iter standard che, come da legge, prevede il consulto con un assistente sociale.

La percezione di Giorgia Soleri di quel percorso, studiato per la tutela delle donne, è negativa: "Avevo scoperto di dover affrontare un colloquio con un assistente sociale e di avere l'obbligo, per legge, di soprassedere alla mia scelta per 7 giorni. La legislazione italiana mi stava sussurrando: 'Ora vai in castigo, pensa a quello che hai fatto e poi vediamo se hai il coraggio di procedere'. Avrei voluto sentirmi tutelata, accolta, abbracciata dalle istituzioni in un momento in cui mi sentivo vulnerabile. E invece avevo sentito solo giudizio e punizione, che a quel punto pensavo di meritarmi".

A quel punto, Giorgia Soleri dichiara di aver iniziato un percorso femminista "che, oltre a donarmi grande consapevolezza rispetto alla difficoltà sistemica di accedere all'aborto in Italia, mi fece rivalutare la mia esperienza e me ne fece scoprire di nuove". L'influencer sposta il discorso sulla politica, critica la legge 194, e punta il dito contro l'opinione pubblica italiana, che avrebbe una "percezione di un diritto che dovrebbe essere scontato e che invece viene messo in dubbio da 44 anni".

Per supportare la sua tesi e le sue ragioni, che possono essere valide ma appaiono incomplete in una discussione generale sull'aborto, Giorgia Soleri richiama i movimenti femministi degli anni Settanta che "ci insegna che il personale è politico. E io ci credo fortemente".

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