L'America del potere, in "Vice" luci e ombre del vicepresidente che ha cambiato la storia

Un irriconoscibile Christian Bale è Dick Cheney nel film che racconta l'era Bush. Senza retorica

L'America del potere, in "Vice" luci e ombre del vicepresidente che ha cambiato la storia
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È stato definito il più potente vicepresidente della storia degli Stati Uniti. Fu, però, anche il più impopolare. Il controverso Richard Bruce Cheney, detto Dick, è la figura politica protagonista di Vice, il film di Adam McKay - ora in sala in Italia - che vede Christian Bale interpretare il conservatore che ricoprì il ruolo di vicepresidente durante l'amministrazione di George W. Bush.

Il film è arrivato fra i protagonisti ai Golden Globes andati in scena la scorsa notte a Los Angeles. I giornalisti dell'Hollywood Foreign Press Association l'hanno amato e candidato a sei statuette: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior regia, attore protagonista (Bale) attrice non protagonista, Amy Adams che interpreta la signora Lynne Cheney, e attore non protagonista, Sam Rockwell, nei panni di George W. Bush. Completano il cast Steve Carell che interpreta Donald Rumsfeld, Lisa Gay Hamilton (Condoleezza Rice) e Tyler Perry che veste i panni di Colin Powell.

Con la sua consueta capacità trasformistica, Christian Bale - che con McKay aveva lavorato recentemente a La grande scommessa del 2015 - ingrassa e sparisce dietro gli occhiali e il sorriso ambiguo di Cheney.

«Non è stato facile è trovare il giusto equilibrio, l'essenza di quell'uomo ammette l'attore -. Non volevamo fare una semplice imitazione e soprattutto volevamo, il regista ed io, trovare un punto di vista positivo ed esaltare questo, così da rendere il film non troppo prevedibile. Ammetto di aver lasciato da parte le mie convinzioni politiche per abbracciare il personaggio. Volevamo che fosse un film in grado di sorprendere il pubblico e in grado di attrarlo a prescindere dal credo politico rendendo possibile la comprensione del come e del perché siamo arrivati alla situazione politica e sociale in cui ci troviamo oggi». Perché Bale è fermamente convinto che Cheney, più di Bush e di altri, fu capace di forgiare gli avvenimenti e la storia dell'inizio di questo secolo. «Cheney fu un uomo potente continua Bale - capace di influenzare la gente e il futuro del paese, brillante nel forgiare le dinamiche del suo lavoro e del potere politico.

Era un uomo particolarmente abile nel capire la macchina politica del governo americano. Impiegò pochissimo a imparare il linguaggio del potere. In undici anni trasformò se stesso, da un ubriacone senza speranza al più giovane chief of staff della Casa Bianca».

Molto della sua carriera e della sua ascesa politica, Cheney lo deve alla moglie, Lynne Ann Vincent, interpretata nel film da Amy Adams. I due si conobbero giovanissimi, a scuola. Si sposarono nel 1964 ed ebbero due figlie, Elizabeth e Mary. Mary Cheney si è sposata con Heather Poe a Washington dopo l'introduzione delle unioni gay nello Stato americano.

Amy Adams descrive così Lynne Cheney: «È una signora della propria epoca, nella quale le opzioni per le donne non erano quelle di oggi. Stette a fianco del suo uomo e fu la sua spalla e nel fare questo soddisfò le proprie stesse ambizioni». L'importanza della figura di Lynne Cheney è sottolineata anche dal regista, Adam McKay: «Senza Lynne non ci sarebbe Cheney, che era di umile famiglia e eccedeva nel bere. Ma Lynne era quella speciale, volitiva e determinata, una ragazza che, quando mise gli occhi su Dick Cheney, lo cambiò e cambiò la storia».

Regista ed attori sono d'accordo: quella del 46mo vicepresidente degli Stati Uniti è una figura chiave per la storia del paese e del mondo: «Senza di lui non saremo dove siamo adesso ribadisce Christian Bale -. Quello che vorrei che questo film facesse è iniziare conversazioni, instillare domande.

Questo è un film che sa intrattenere e allo stesso tempo emozionare. Ci sono momenti di dramma devastante e momenti di gioia. Per me, fra i tanti che ho fatto, questo è il film che più ha portato a galla le mie emozioni».

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