L'attrice di Un medico in famiglia lotta contro il cancro: "Mi hanno insultata perché faccio la chemio"

L'attrice di Un medico in famiglia risponde a tono a chi l'ha insultata perché si è sottoposta ai cicli di chemioterapia

L'attrice di Un medico in famiglia lotta contro il cancro: "Mi hanno insultata perché faccio la chemio"

Sabrina Paravicini è un'attrice seguitissima e stimata dai suoi colelghi. Nella serie tv Un medico in famiglia interpreta Jessica, l'infermiera amica del protagonista Lele Martini. Ma in questo periodo sta combattendo la sua battaglia più difficile. Sabrina, infatti, lotta contro un tumore al seno. Un male che le ha stravolto la vita, che l'ha fatta allontanare dalle scena, ma non l'ha fatta perdere d'animo.

E se questo non fosse già abbastanza, ricordiamo che lo scorso anno Sabrina Paravicini aveva messo da parte la carriera per stare vicino al figlio di 13 anni. Nino, infatti, ha la sindrome di Asperger. L'attrice voleva stare tranquilla con il suo "bimbo", poi la scoperta del tumore. E in tutta questa lotta, c'è anche chi non perde la propria cattiveria e attacca l'attrice. È vero che il cattivo gusto non si perde mai, ma in queste circostanze è vergognoso.

Qualcuno, infatti, si è permesso di attacare Sabrina perché ha scelto di sottoporsi alla chemioterapia. E ora l'attrice risponde per le rime: "Caro Alberto, che tu sia vero o finto sappi che non ho intenzione di morire di chemioterapia. La chemio è offensiva e orribile ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto è avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio. Ci ho anche provato a pensare di fare qualcosa di alternativo, non potevo permettermi di perdere neppure un mese, figuriamoci un anno per sperimentare.

A tre giorni dalla diagnosi una sorta di guru alternativo mi ha insultata per telefono perché non ho accettato di fare solo il 'suo' protocollo curativo di 120 giorni, mi gridò: 'Si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!' MA questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina, un mese fa: remissione al 90% del tumore. Caro Alberto non morirò di chemioterapia. Poi si vedrà e comunque".

Caro Alberto, che tu sia vero o finto sappi che non ho intenzione di morire di chemioterapia. La chemio è offensiva e orribile ma è l’unica cura certa e protocollata. Anche io non la volevo fare, non volevo il veleno nel mio corpo e solo io so quanto è avvelenato oggi il mio corpo dalla chemio. Ci ho anche provato a pensare di fare qualcosa di alternativo, non potevo permettermi di perdere neppure un mese, figuriamoci un anno per sperimentare. A tre giorni dalla diagnosi una sorta di guru alternativo mi ha insultata per telefono perché non ho accettato di fare solo il “suo” protocollo curativo di 120 giorni, mi grido: “si faccia avvelenare dalla chemioterapia, che stupida!” MA: Questo è il referto della risonanza che ho fatto dopo 4 cicli di epirubicina, un mese fa: remissione al 90% del tumore. Caro Alberto non morirò di chemioterapia. Poi si vedrà e comunque: fino a qui tutto bene

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