Kate Battista non va dalla parrucchiera da anni. Non sopporta le chiacchiere. Kate vive con il padre scienziato, il dottor Battista, un mezzo genio dell'immunologia sempre in cerca di fondi dalla John Hopkins per progetti rivoluzionari, e con la sorellina Bunny, una mezza scioccherella che pensa soltanto ai ragazzi, ai vestitini striminziti, ai messaggini. Kate è tutta efficienza, manda avanti la casa, cura il giardino, prepara da mangiare, lava, stira, lavora, controlla che Bunny vada a scuola e non venga bocciata; Bunny è tutta evanescenza; il dottor Battista è tutta teoria: ha la testa fra le nuvole, sembra quasi che le figlie per lui non esistano. Fino a che il suo assistente, l'intelligentissimo Pyotr, si ritrova col permesso di soggiorno quasi scaduto e Battista senior tenta di farlo sposare con la sua figlia maggiore. Insomma Kate, col suo caratteraccio e i suoi modi spicci e i suoi zero fidanzati, si ritrova appioppato Pyotr, oltretutto sottobanco: all'inizio il padre non ha neanche il coraggio di confessarle la verità.
Come reagisce Kate Battista, La bisbetica domata del Duemila? Come la Caterina di Shakespeare, va amata per quella che è. Bisbetica. «Sgarbata», come la definisce entusiasta Pyotr. Si capisce che lui la adora, lei però non se ne accorge. Forse la adora anche quell'altro ragazzo, quello dell'asilo in cui lavora come assistente. Kate, la bisbetica quattrocento anni dopo, ha i capelli neri lunghissimi (per via della scarsa familiarità col parrucchiere) dai riflessi blu, ha ventinove anni, vive a Baltimora (non a Padova...), ha una mente da biologa. Perché, nel 2016, una donna si mette a riscrivere La bisbetica domata, una delle commedie più famose di Shakespeare (portata al cinema anche da Zeffirelli, con la coppia Liz Taylor-Richard Burton)? Perché Anne Tyler ha il senso dell'umorismo. Perché non si ferma all'apparente anti femminismo totale dell'opera. Sì, oggi già definire «bisbetica» una donna è punibile coi reati di politicamente scorretto, maschilismo, sessismo giudicante; figuriamoci se poi è «domata», come un leoncino del circo. Ma Anne Tyler, l'autrice della Guida rapida agli addii (Guanda), ha raccolto la sfida delle riscritture delle opere di Shakespeare e lo ha fatto con ironia. Anne Tyler, come Kate Battista, è superiore agli uomini, ai cliché, al conformismo, ai destini (apparentemente) decisi.
Come si vede nel pezzo che proponiamo in questa pagina, per gentile concessione dell'editore Rizzoli, tratto dalla sua Bisbetica domata, che uscirà giovedì (nel 2017 sono attese anche le riscritture de La tempesta di Margaret Atwood e di Otello di Tracy Chevalier).
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