Riot in inglese significa "rivolta": ed è forse per questo che il gruppo punk russo delle Pussy Riot è riuscito ad unire l'opinione pubblica occidentale in una campagna mediatica in loro favore, ma si è poi spaccato al proprio interno su una questione marginale da cui nessuno immaginava che potessero sorgere problemi. Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alekhina, tra le pochissime del gruppo la cui identità è stata svelata (la regola impone infatti l'anonimato più assoluto), sono state duramente attaccate dalle loro ex compagne per aver partecipato a un concerto con Madonna nei giorni scorsi. La popstar aveva accolto le due cantanti russe a New York, dove insieme avevano dato vita a un concerto-evento in favore dei diritti umani: "Dobbiamo combattere per il diritto di essere liberi, di parlare francamente, di avere un'opinione, di amare chi vogliamo amare", aveva gridato Madonna dal palco, mentre le due ospiti avevano ripreso i temi, a loro cari, della lotta politica contro la presidenza di Vladimir Putin.
Ora le altre componenti della band attaccano le proprie compagne, accusate di aver tradito gli ideali del gruppo: "Vendere biglietti per un concerto è in forte contraddizione con i principi delle Pussy Riot", si legge in una lettera firmata con sette nomi d'arte, "Non accettiamo mai denaro per le nostre performance, e ci esibiamo solo a sorpresa in luoghi pubblici. Nadezhda e Maria hanno detto in ogni intervista che hanno lasciato il gruppo e non rappresentano più le Pussy Riot. Abbiamo perso due amiche, due compagne di battaglia."
Le Pussy Riot sono tornate agli onori della cronaca anche nelle fasi preparatorie dei Giochi Olimpici di Sochi: lo snowboarder russo Alexey Sobolev si è infatti fatto vedere con una tavola su cui è disegnata una donna che impugna un coltello e indossa una maschera da sci. La figura richiama da vicino al look delle Pussy Riot.
Interpellato in proposito, l'atleta è stato molto evasivo, e non ha voluto rispondere alle domande che gli sono state rivolte in merito al proprio giudizio personale sul gruppo punk. I latini usavano ripetere "nomen omen", il nome è un presagio: per le Pussy Riot è più vero che mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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