Mauro Corona spara a zero su CartaBianca: "Non tollero che mi si chiuda la bocca"

Intervistato dal “Fatto Quotidiano”, lo scrittore alpinista annuncia la volontà di lasciare il programma a fine stagione e sbotta: “Non mi faccio mettere i piedi in testa”

Mauro Corona spara a zero su CartaBianca: "Non tollero che mi si chiuda la bocca"

Mauro Corona annuncia il suo addio a CartaBianca. In una lunga intervista a FQMagazine, lo scrittore alpinista, che ogni martedì dà vita a inediti siparietti con la conduttrice Bianca Berlinguer, spara a zero sulla televisione di oggi e su un format che non gli ha consentito di dire realmente la sua sul tema che gli sta più a cuore: la montagna.

Non vedo l’ora – spiega Corona – che finisca. Non credo di perseverare in futuro. Credevo che la Rai, o comunque la televisione in generale, fosse l’osteria buona dell’Italia dove si potessero dire le cose con libertà… invece scopro che bisogna essere molto politicamente corretti. Siccome io il collare non lo voglio, credo che l’esperienza si concluda qui. Ci sono ancora le ultime due puntate della stagione, poi basta”.

Il botta e risposta della scorsa settimana con la Berlinguer ha lasciato il segno. “Penso – rivela lo scrittore – che la mia sparata con una birra in mano sia meno grave di coloro che hanno detto che Falcone e Borsellino se lo sono cercata. Ho portato una birra per un amico che compiva gli anni dopo che la signora Mara Venier ha bevuto un bicchiere di vino da Fazio: allora perché non può farlo anche Corona? Ma sa, le polemiche mi scivolano addosso come acqua tiepida. Mi dispiace invece che sia passata sottogamba tutta la storia infame e vergognosa della soppressione del corpo forestale dello Stato. Ecco, io martedì ho chiesto alla Berlinguer di concedermi una domanda a Zingaretti e lei si è incazzata. Ma io i piedi in testa non me li faccio mettere da nessuno. Quando uno ha mangiato escrementi per sopravvivere poi non ha più paura di nessuno, chiaro?”.

Mauro Corona: “Non tollero che mi si chiuda la bocca”

Corona confessa che la sua partecipazione al talk di Rai3 è nata per puro caso. “I pagliacci che dicono la verità – racconta – piacciono e fanno ascolto. In questa Italiota mediocre, calciofila e ferrarista, uno che finalmente si esprime come in osteria ma con educazione - finché non viene provocato - fa ascolti. Così mi hanno proposto di fare tutto l’anno con loro: ho accettato per vanità, ma anche con la speranza di poter parlare della montagna ferita, della montagna che non ha lavoro, dei paesi che muoiono, dei problemi che ci sono quassù. Lì avrei voluto toccare qualche nervo scoperto, avrei voluto parlare di questi temi. Mica esistono solo Cortina e Courmayeur”.

La Rai non l’hai mai censurato, ma nei fatti la trasmissione non ha consentito all’autore di La fine del mondo storto di esprimersi sulla vita e le tradizioni nei paesi della Valle del Vajont. “Ogni mia richiesta, ogni mia tentata visibilità ai temi della mia montagna che sta morendo – dichiara Corona – è stata elusa con una risata. Io mi sono rotto anche le palle di parlare di questi migranti in tutte le puntate. Ho già detto tutto quello che dovevo dire: aprite i porti, vergognatevi di chiuderli, accoglieteli. Ma ora non c’è altro da aggiungere: ci si ripete, ci si ripete… io voglio soltanto parlare dei temi che mi stanno a cuore. Accetterei di fare di nuovo CartaBianca solo se mi venisse data la possibilità - per iscritto - di poter parlare della terra estrema, dove si fa fatica ad arrivare a fine mese, dove i problemi sono all’ordine del giorno. Non tollero che mi si chiuda la bocca”.

A chi lo accusa di preparare a tavolino i suoi sketch con la conduttrice, Corona risponde stizzito. “Vogliono affondare la lancia – dice – contro la Berlinguer. Non lo fanno soltanto i suoi avversari politici ma anche gli stessi della sua corrente. Vogliono danneggiarla e si attaccano a tutto. Questa è l’Italietta mediocre delle piccole vendette, dell’odio, della mancanza di larghe vedute. È l’Italietta da massaia che si sviluppa anche nei mezzi di comunicazione, purtroppo”.

E a Matteo Salvini, che gli aveva fatto una battuta sul successo della Lega a Erto, il suo paese, apre inaspettatamente le porte. “Non essendo un ruffiano – conclude Corona – mi sento spesso con Salvini tramite messaggini.

Non dicono tutte le settimane, ma quasi. Se riesce a fare quello che ha promesso a me sta anche bene. A guidare l’Italia non è mica una squadra di calcio a cui bisogna fare il tifo: se uno fa qualcosa di buono a me sta bene”.

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