Le polemiche sull’intervista di Harry e Meghan Markle non accennano a indebolirsi anzi, diventano ogni giorno più impetuose. Il pubblico è spaccato a metà tra chi loda il coraggio dei Sussex e chi, invece, fa notare le numerose contraddizioni delle loro affermazioni. Dalla questione del razzismo contro Baby Archie al litigio con Kate Middleton, dai fondi tagliati a Harry ai pensieri suicidi della duchessa, l’intervista ha insinuato dubbi che forse non verranno chiariti facilmente né in breve tempo.
Invece di mettere un punto sul passato, le dichiarazioni dei Sussex hanno lasciato punti di sospensione su diverse questioni. Una in particolare riguarda il passaporto della duchessa. L’ex attrice, infatti, ha svelato a Oprah un retroscena apparentemente inquietante, riportato dal Sun. Nel 2016, quando aveva appena conosciuto Harry, Buckingham Palace le avrebbe “sequestrato” il passaporto. Il verbo usato da Meghan Markle è proprio questo. “Da allora non l’ho visto più”, riferisce la moglie del principe, aggiungendo che le sarebbero stati sottratti anche la carta d'identità, la patente e le chiavi. La duchessa sostiene anche di essere uscita due volte in quattro mesi, quando viveva a corte.
Un momento, c’è qualcosa che non torna. Secondo la Court Circular nei 17 mesi intercorsi tra il matrimonio e la partenza dei Sussex per il Canada, Meghan ha preso parte agli impegni ufficiali per 73 giorni. In almeno 65 di questi è uscita dalla sua residenza. Dunque siamo molto lontani dai due miseri giorni invocati dalla Markle. Veniamo alla questione dei documenti. Come giustamente sottolinea Page Six, nel periodo in cui il principe Harry e Meghan Markle iniziarono a frequentarsi, quest’ultima fece 13 viaggi all’estero. Attenzione, non si tratta di royal tour (in quel caso i Windsor non fanno un normale controllo di documenti, come accade a tutti noi), ma di normalissimi viaggi da turista in cui il passaporto è necessario, come sappiamo. Meghan ha toccato numerose mete in giro per il mondo, da New York a Ibiza, dall’Italia al Botswana. Non è credibile che non avesse con sé il documento. Senza contare tutte le volte che ha lasciato Londra. Come ha potuto prendere l’aereo senza esibire mai il passaporto?
Come si spiega, allora, questo mistero? In maniera molto semplice. La corrispondente reale Margaret Holder ha dichiarato al Sun: “Il passaporto di Meghan, come i documenti di tutta la famiglia reale, era di certo custodito in una cassaforte a Palazzo, affinché non cadesse nelle mani sbagliate” e ha proseguito precisando che, naturalmente, “era a sua disposizione per i viaggi all’estero”. Ecco tutto. Nessuno è saltato addosso a Meghan Markle, imponendole di tirare fuori il passaporto. Si tratta di un’altra regola della royal family. I documenti personali dei Windsor sono troppo importanti per essere lasciati incustoditi. Lo stesso vale per patente e chiavi.
Pensate a cosa accadrebbe se finissero nelle mani di malintenzionati. Potrebbero essere usati per scopi illeciti, perfino divenire un’arma di ricatto. Questo non vale solo per i Windsor, ma per tutte le personalità illustri del pianeta, in special modo quando hanno un ruolo istituzionale. Per esempio, ai membri della royal family è vietato anche firmare autografi. Sembra una banalità, un’esagerazione, invece non lo è affatto. Le firme potrebbero essere falsificate, danneggiando chi le ha messe.
La Holder spiega che la royal family “come è naturale voleva tenere al sicuro il passaporto di Meghan. Ma è impensabile che l’attrice non lo avesse con sé quando ha fatto i suoi tanti viaggi personali e privati”.
Altrimenti come giustifichiamo i viaggi del 2018 a Toronto (senza il principe Harry) o nel 2019 a New York per il baby shower con il passaporto ancora in cassaforte a Londra? Lo storico Robert Lacey ritiene che, attraverso la faccenda del passaporto, Meghan Markle abbia voluto insinuare di essere “intrappolata e isolata”, quando la realtà era ben diversa, poiché “poteva accedere al suo documento ogni volta che ne aveva bisogno”. Cosa che, ribadiamo, ha fatto per 13 volte.
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