C'era una volta un giovane tenore peruviano, nativo della capitale Lima, Juan Diego Flórez, che venne in Italia chiamato da un'insigne collega, Ernesto Palacio. Palacio, attuale Sovrintendente del Rossini Opera Festival, lo aveva chiamato per cantare un'opera sconosciuta di Martin y Soler, il Tutore burlato. Era scritto negli astri dunque che il collega più anziano divenisse non solo tutore (non burlato), ma mentore-guida-agente del giovane in ascesa. Malatosi il titolare di un'opera di Rossini ancora tutta da conoscere Matilde di Shabran il ventitreenne si presentò a Pesaro nel sancta sanctorum del canto rossiniano, all'appuntamento con l'impervio ruolo di Corradino cuore di Ferro, violento, irascibile, misantropo e misogeno signore di un isolato castello spagnolo. Una parte non solo difficile dal punto di vista tecnico (si sa Rossini ama fioriture diaboliche e non le risparmia a nessuno), ma soprattutto da quello dell'interpretazione: si deve passare dal furore declamato, dalla rabbia isterica pirotecnica alle corde mansuete dell'amoroso, in una sorta di cammino del bisbetico domato. Flórez, ne fece la sua prima creazione completa, non senza che qualche solito «saputo» parlasse di voce poco naturale, fabbricata, di emissioni selvatiche.
Le personalità vocali sono sempre percepite come estranee ai piatti parametri vigenti. Lo studio indefesso e la guida sagace hanno portato Flórez, a rendere il tenore rossiniano un successo di moda in tutto il mondo, creando imitatori ed emuli. Delizioso, sensuale, sempre ironico nelle opere comiche, altrettanto credibile nel registro eroico, Florez si è tolto la soddisfazione anche di affrontare con le armi della sua intelligenza e della sua musicalità la parte leggendaria di Arnold(o) nel Guglielmo Tell, dove fu inventato l'anti-rossiniano e romantico «do di petto». Per festeggiare la presenza del Presidente della Repubblica Mattarella a Pesaro, non poteva essere migliore occasione una serata di gala in Piazza del Popolo nella ricorrenza del debutto pesarese di Flórez, venticinque anni or sono.
Al fianco del superbo dominatore delle difficoltà dell'aria di Idreno, del duetto del Conte Ory, dei brillanti brani concertati, si sono esibiti voci sperimentate e nuove che il ROF offre ogni anno offre al suo pubblico preparato e cosmopolita. Menzione speciale per le guest stars Pietro Spagnoli e Giorgio Caoduro, rispettivamente un basso caricato (mai caricaturale) e un baritono virtuoso con pochi rivali nelle proprie chiavi vocali. Bravi, bravissimi!
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