A 10 anni dalla morte di Michael Jackson emergono dei dettagli toccanti relativi al suo ultimo giorno di vita.
A raccontarli, come riporta l’Irish Mirror, è il batterista della sua band, Jonathan “Sugarfoot” Moffett. La sera del 25 giugno 2009, la popstar ha fatto le prove con il suo gruppo musicale, in preparazione di una mastodontico spettacolo resident previsto a Londra. Tutti stavano lavorando duramente, perché c’erano grandi aspettative.
L’artista ha suonato con Moffett fino all’1.30 del mattino, prima che i due si salutassero vicendevolmente. “Verso l’1.30 di dieci anni fa come stasera - ha scritto il batterista su Twitter - Michael Jackson mi ha dato un abbraccio dopo il nostro ultimo giorno di prove. Mi ha detto che stavo facendo un lavoro incredibile. Mi ha detto: «Ci vediamo domani. Ti voglio bene, Foot». Gli ho detto: «Anche io ti voglio bene Michael», non sapendo che era l’ultima volta che gliel’avrei detto o l’avrei visto in vita, ancora vivo”.
Moffett ha raccontato di aver saputo della morte di Jackson solo molte ore dopo. La scomparsa di Jackson è stata attribuita a un’overdose di Propofol, un anestetico usato in sala operatoria. Fu somministrato dal medico personale del re del pop, Conrad Murray, che fu successivamente condannato per omicidio colposo. L'uomo fu condannato a quattro anni, ma fu rilasciato dopo due.
In questi giorni del decimo anniversario, in tanti hanno ricordato la popstar. Molti fan si sono riuniti nei pressi del suo mausoleo in California, per visitarne la tomba.
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