Sono trascorsi quasi 13 anni dalla scomparsa di Luciano Pavarotti, avvenuta il 6 settembre 2007 a Modena. A portare avanti il ricordo del Maestro oggi ci pensa la Fondazione Luciano Pavarotti, realizzata nella casa del tenore, oggi trasformata in museo. Qui continuano a vivere Nicoletta Mantovani e la giovane figlia del tenore, Alice, che oggi ha 17 anni.
Nicoletta è stata la seconda moglie di Luciano Pavarotti, un amore intenso ma al tempo stesso leggero, che è riuscito ad andare oltre i paletti imposti dalla società. I 35 anni di differenza di età non sono stati un problema per la coppia, che ha dovuto superare molte avversità e problemi. "Gli abbracci di Luciano mi proteggevano. Il suo sorriso coinvolgente mi davano serenità, gioia, forza. Nostra figlia Alice ha lo stesso sguardo del padre", ha detto Nicoletta Mantovani al giornalista del Corriere della Sera che l'ha intervistata nella splendida magione alle porte di Modena.
Alice aveva appena 4 anni quando suo padre è morto e i suoi ricordi non possono essere vividi o numerosi: "Di lui, ricorda quando vedevano alla tv i cartoni di Nemo, o quando dipingevano insieme." Alice è l'ultima figlia di Luciano Pavarotti, che dal precedente matrimonio ha avuto altre tre figlie: "Amiche con loro tre è una parola grossa ma ci vediamo regolarmente, una o due volte al mese. I filmati e i ricordi per il documentario di Ron Howard le abbiamo date tutte noi." Nicoletta Mantovani non ha, invece, rapporti con la prima ex moglie del tenore, Adua: "Ci siamo incontrate una sola volta a un funerale."
Le vicissitudini sentimentali di Luciano Pavarotti sono uno dei fili conduttori del documentario di successo realizzato da Ron Howard e presentato al Festival del cinema di Roma lo scorso ottobre. Negli Stati Uniti ha incassato circa 7 milioni di dollari, un vero record per un documentario, una cifra inferiore solo a quello su Amy Winehouse. "Mi parlavano di tradimenti e non volli mai credervi, quando avevo dei sospetti Luciano mi giurava che non era vero niente. Capii dopo che diceva il falso", dice Adua nell'intervista realizzata da Howard per il documentario. Nicoletta Mantovani e Luciano Pavarotti si sono conosciuti durante il colloquio di lavoro che la donna, all'epoca studentessa universitaria, fece per il Maestro. Lei aveva 23 anni, lui 34 in più, ma tra loro fu un vero colpo di fulmine.
L'idillio non durò a lungo, perché appena 6 mesi dopo l'inizio della relazione, Nicoletta Mantovani scoprì di essere affetta dalla sclerosi multipla: "Luciano mi disse: 'Fin qui ti ho amato. D’ora in poi ti adorerò'." Il tenore è stato fondamentale per Nicoletta Mantovani durante il primo periodo della malattia e le ha insegnato a convivere con la sclerosi multipla, considerandola un'opportunità e non una limitazione. "Luciano fu straordinario nel rincuorarmi", ricorda oggi la Mantovani. Negli anni la donna si è sottoposta a diverse terapie tradizionali e sperimentali, che tutt'oggi la aiutano a tenere sotto controllo la malattia, per la quale non esiste un cura definitiva.
Nell'intervista, Nicoletta Mantovani viaggia nei ricordi degli trascorsi con Luciano Pavarotti e racconta di quando il Maestro la raggiunse per festeggiare la sua laurea. Si trovava in Giappone in quei giorni ma non esitò a prendere un aereo per tornare in Italia poi poi fare rientro nel Paese del Sollevante il giorno successivo. Uno dei momenti più traumatici della loro relazione fu la perdita di Riccardo, il fratello gemello di Alice, nato morto. Ricorda anche l'aneddoto della sfilata a cavallo in occasione del Columbus Day a New York, quando sotto la camicia indossava un giubbotto anti-proiettili a causa di una minaccia di morte ricevuta pochi giorni prima. Gli dissero che gli avrebbero sparato quando si sarebbe avvicinato per salutare il presidente Jimmy Carter. "Lui andò, ma mi confessò di avere avuto un brivido in quel momento", dice oggi Nicoletta Mantovani.
La donna rivendica la volontà del marito di voler essere ricordato artisticamente come colui che ha portato la lirica alle masse mentre, umanamente, il suo unico rimpianto è stato quello di non essere riuscito a essere il padre che voleva.
Sono trascorsi 13 anni dalla sua morte e la vita di Nicoletta Mantovani è andata avanti: "Luciano avrebbe voluto questo, che continuassi a vivere. Sarà sempre nel mio cuore, è stato tutto, il mio compagno di vita, il mio maestro, il padre di mia figlia. Non poteva augurarmi che di sorridere alla vita."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.