"Niente pastoni politici, imparzialità e semplicità. Così "Ogni mattina" vi racconto le notizie"

Francesca Baraghini, conduttrice di Tg8, già volto SkyTg24, è pronta per la "guerra dell'informazione" autunnale

"Niente pastoni politici, imparzialità e semplicità. Così "Ogni mattina" vi racconto le notizie"

Ognuno hai i suoi passatempi: lei nel tempo libero scrive coccodrilli. Che nel gergo giornalistico sono i ritratti dei personaggi famosi in là con gli anni pronti per essere messi in pagina in caso di passaggio a miglior vita. Ma Francesca Baraghini non vuole certo portare sfortuna: scrive le biografie delle persone illustri che incontra per fissare ricordi, particolari curiosi e se li tiene per sé, nel suo computer. Lei, volto noto di SkyTg24, da luglio conduce Tg8, il nuovo notiziario di Tv8, in onda tutti i giorni alle 12, in mezzo al contenitore «Ogni mattina». Insieme a Monica Peruzzi e Andrea Bonini, sta portando avanti l'esperimento nato per completare la programmazione del day time del canale in chiaro della piattaforma satellitare. Sia il Tg sia «Ogni mattina» ora devono affrontare la prova decisiva di settembre, quando tutti gli altri programmi di approfondimento in concorrenza tornano in onda.

Francesca, come sono andate queste prime settimane?

«Ogni giorno impariamo qualcosa, stiamo prendendo le misure. È stato esaltante partecipare alla nascita di un nuovo tg: all'apparenza un'iniziativa assurda visto la quantità di notiziari esistenti, ma l'importante è realizzare qualcosa di diverso. Però non siamo presuntuosi: diverso non significa per forza migliore».

E qual è la differenza?

«Siamo imparziali e autorevoli, non prendiamo le parti di nessuno, non abbiamo referenti politici. Cerchiamo di imprimere ritmo e velocità eliminando, ad esempio, i pastoni politici che caratterizzano altre realtà e che annoiano gli spettatori».

Lei che impronta personale dà?

«Semplicità: si possono spiegare concetti complicati con un linguaggio accessibile a tutti. E anche brevità: bastano poche parole senza dover essere per forza prolissi».

La pandemia è stata un periodo complicato per tutti: che cosa Le ha lasciato?

«Ero spaventata ma anche onorata di trovarmi a raccontare quel che stava accadendo: io ero in un palazzo in sicurezza, altri colleghi in prima linea. Mi è rimasta dentro una ferita: non poter rivelare al pubblico fin dall'inizio il grande pericolo che correvamo, bisognava essere prudenti per non scatenare il panico».

Usa la voce, ma ama scrivere: oltre ai «coccodrilli» si diletta anche di poesia...

«Io mi limito ad annotare dei pensieri nel mio blog. La poesia, invece, mi aiuta a capire i valori fondamentali della vita, a prendere le distanze dai piccoli problemi quotidiani».

Ha raccontato di aver deciso di fare la giornalista dopo aver letto il Diario di Anna Frank.

«Avevo otto o nove anni quando l'ho aperto la prima volta. Poi mi ha accompagnato per tutta la vita: Anna è diventata una mia amica. Lei scrive che un giorno sarebbe uscita da quella soffitta e avrebbe detto la verità. E questa idea mi si è inculcata nel cervello: volevo raccontare quel che vedevo».

E così ha cominciato a scrivere per i giornali di Genova, la sua città.

«Ho deciso di fare la giornalista quando i miei insegnanti del Liceo hanno smesso di cercare di convincermi a farlo. Avevo anche provato a diventare dentista, come mio padre. Al primo tentativo ho ricevuto un bel no, di quelli che ti aiutano a crescere: il caporedattore di un giornale locale di cui non faccio il nome mi disse che era meglio che facessi la ballerina. Allora ho cominciato a collaborare con il quotidiano Il Secolo XIX. Poi dopo l'esame di giornalismo all'università, il professore Mario Paternostro mi invitò a fare uno stage a Primocanale, l'emittente della Liguria di cui era direttore. Lì ho capito che la televisione era la mia strada».

Tanto da arrivare a Sky.

«Prima sono passata per Gazzetta Tv. L'ex direttore Claudio Arrigoni era in vacanza a Camogli e vedendomi su Primocanale mi ha proposto di lavorare per lui e ho accettato. Fino a quel momento avevo deciso di non cambiare città finché fosse stata in vita mia nonna, ero troppo legata a lei. Dopo la Gazzetta sono andata a Tiki Taka a Mediaset e poi a Sky Sport, ma il mio sogno era il canale all news».

Sogno avverato.

«Sono rimasta impressionata dal messaggio lasciato da Letizia Leviti, la collega di Sky morta per tumore a 45 anni: ci esorta a non sprecare la vita, a fare le cose nel migliore dei modi. Mi ha ricordato il motivo per cui avevo scelto di fare questo mestiere e quando mi hanno chiamato al tg sono stata felice».

Cosa Le piacerebbe fare ancora?

«Condurre un nuovo programma di attualità, uno spazio diverso dove si possa fare chiarezza senza essere pesanti su argomenti poco trattati come gli esteri, ad esempio spiegare la guerra commerciale con la Cina».

Che effetto Le ha fatto vedere riaprire il ponte di Genova?

«Mio

padre ci passava tutti i giorni per andare a lavorare: poteva essere una tra le vittime finite di sotto. Mi sono fatta una promessa: non lo attraverserò mai finché non sarà fatta chiarezza su tutti i punti oscuri del crollo».

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