Gentile Sig. Vigorelli, forse avrà avuto notizia dagli uscieri o dalla telefonista della mia insistenza nel volerla rivedere: non era per capriccio, Lei lo sa. Ora avrei bisogno del materiale che Le ho lasciato, per cercare di pubblicarlo da qualche altra parte.
Roma 30 agosto '54
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Caro Vigorelli, Bertolucci mi ha avvertito che per la recensione Lei desidererebbe qualche altra cosa mia (). Ho messo insieme tutto quello che ho potuto trovare nei miei cassetti: di cui è custode mio padre. È mio padre che viene a portarLe il pacco (). Sono documenti della mia prima gioventù letteraria.
Roma 6 ott. 1954
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Caro Vigorelli, ho letto stamattina, appena alzato, il tuo stupendo articolo. Sono qui senza parole, tanto sono colpito e sovvertito (). E sono oppresso insieme da una contentezza quasi infantile (quella che vedo dipinta negli occhi di mia madre e di mio padre) e da una nuova, ancora più ossessionante responsabilità. Non trovo altro modo di ringraziarti che prometterti di non risparmiarmi, di non attutire mai, anche dovesse assumere forme di smania o di vizio nell'ordine irrazionale, o di mania intellettualistica o moralistica, quella passione che tu hai sentito nei miei versi.
Roma 11 dicembre '55
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Caro Vigorelli, ormai tu sei una delle sei o sette persone per cui io scrivo, come destinatari diretti e coscienti: e sei stato tu a volerlo essere, a esserlo, sin dalle prime ormai antiche letture (). Forse, per orgoglio, per eleganza, non avrei dovuto scriverti queste righe: ma perché? che me ne importa dell'orgoglio, dell'eleganza, non voglio saper vivere
Roma, 8 ottobre 1969
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Caro amico, la critica in genere ha
accolto un mio film PORCILE in modo ingiusto e sgradevole. Temo che a causa di questa accoglienza, tu non sia andato a vedere il mio film (). Ma io invece ci tengo enormemente a PORCILE, che considero la mia opera più riuscita.
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